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Cass. civ., 1 dicembre 2015 n. 24621
La clausola di trasferimento di immobile tra i coniugi, contenuta nei verbali di separazione o recepita dalla sentenza di divorzio congiunto o magari sulla base di conclusioni uniformi, è valida tra le parti e nei confronti dei terzi, essendo soddisfatta l’esigenza della forma scritta, così come il trasferimento o la promessa di trasferimento di immobili, mobili o somme di denaro, quale adempimento dell’obbligazione di mantenimento (o assistenziale) da parte di un coniuge nei confronti dell’altro.
Cass. civ., 26 novembre 2015 n. 24184
Al momento della liquidazione del Tfr, il marito divorziato deve corrispondere alla moglie una quota di quanto ricevuto dall'azienda. Stessa sorte anche per le anticipazioni chieste in costanza del rapporto di lavoro, a meno che il coniuge non dimostri di averle ricevute «prima dell'instaurazione del giudizio divorzile, ovvero durante la convivenza matrimoniale o nel corso della separazione».
Cass. civ., 23 settembre 2015 n. 18817
L'attesa di un figlio dalla nuova compagna, nel frattempo divenuta convivente, legittima il rovesciamento del provvedimento con cui il tribunale aveva collocato, in regime di affidamento condiviso, il figlio presso il papà.
Cass. civ., 22 settembre 2015 n. 18632
Il convivente more uxorio può chiedere la restituzione della somma pagata per l'acquisto della casa intestata alla ex compagna, se l'esborso - considerate le condizioni patrimoniali della coppia - risulta ingente e dunque non riconducibile nell'alveo delle obbligazioni naturali scaturenti dalla famiglia di fatto.
Cass. civ., 11 settembre 2015 n. 17971
In caso di convivenze, se ci sono figli minori nati dalla coppia, l'immobile adibito a casa familiare va assegnato al genitore a cui sono stati affidati i minori. Questo anche se il collocatario non è proprietario della casa o conduttore in virtù del rapporto di locazione.
Cass. civ., 19 agosto 2015 n. 16909
L’accordo mediante il quale i coniugi, nel quadro della complessiva regolamentazione dei loro rapporti in sede di separazione consensuale, stabiliscano la vendita a terzi del bene immobile (casa familiare) e l’attribuzione del ricavato pro parte a ciascun coniuge, in proporzione del denaro che abbia investito nel bene stesso, dà vita ad un contratto atipico, il quale, volto a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico ai sensi dell’articolo 1322 del Cc, è caratterizzato da una causa propria, rispondendo ad un originario spirito di sistemazione, in occasione dell’evento di separazione consensuale, dei rapporti patrimoniali dei coniugi, sia pure maturati nel corso della convivenza matrimoniale.
Cass. civ., 1 agosto 2015 n. 16227
Il decreto emesso dalla corte di appello, in sede di reclamo, avverso il decreto del tribunale per i minorenni che ha disposto - ai sensi dell’articolo 333 del Cc, allo scopo di regolare l’esercizio della responsabilità genitoriale - l’affido del figlio minore ai servizi sociali non è impugnabile con in il ricorso ordinario per cassazione, ai sensi dell’articolo 360 del Cpc. Tale decreto, non essendo stato adottato per decidere un contrasto tra contrapposti diritti soggettivi, bensì allo scopo esclusivo di tutelare l’interesse del minore non è neppure impugnabile con ricorso straordinario ai sensi dell’articolo 111 della Costituzione, essendo il provvedimento in questione privo dei caratteri di decisorietà e definitità.
Cass. civ., 1 agosto 2015 n. 16226
Nel giudizio promosso per l’accertamento della paternità naturale, il rifiuto di sottoporsi a indagini ematologiche costituisce un comportamento valutabile da parte del giudice, ex articolo 116, comma 2, del Cpc, di così elevato valore indiziario da poter da solo consentire la dimostrazione della fondatezza della domanda.
Corte di Cassazione, 10 dicembre 2014 n. 26062
Se il riconoscimento avviene in un momento successivo, secondo la nuova formulazione dell'articolo 262 del codice civile, il figlio può assumere il cognome del padre aggiungendolo, anteponendolo o sostituendolo a quello della madre. Nel caso di minori, la scelta è rimessa al giudice che dovrà valutare esclusivamente l'interesse della prole. I genitori non possono opporsi alla decisione in assenza di comprovate ragioni, quali per esempio la cattiva reputazione del padre o il nocumento alla socialità del figlio.
Corte di Cassazione, 4 dicembre 2014 n. 25663
Nelle cause di separazione, in particolare in quelle in cui viene richiesto l’addebito da entrambi i coniugi, il giudice è tenuto a vagliare le deposizione dei testimoni con estrema attenzione considerando il vincolo di parentela e valutando la veridicità delle loro affermazioni con la vicenda e con le osservazioni di altri soggetti.
Corte di Cassazione, 12 novembre 2014 n. 24154
In tema di separazione personale dei coniugi, il giudice può limitare l’assegnazione della casa familiare a una porzione dell’immobile, di proprietà esclusiva del genitore non collocatario, anche nell’ipotesi di pregressa destinazione a casa familiare dell’intero fabbricato, ove tale soluzione, esperibile in relazione al lieve grado di conflittualità coniugale, agevoli in concreto la condivisione della genitorialità e la conservazione dell’habitat domestico dei figli minori.
Corte di Cassazione, 11 novembre 2014 n. 24001
Il ricorso all’utero in affitto è contrario alla legge italiana per motivi di ordine pubblico e tale limite non è stato messo in discussione dalla sentenza 162/2014 della Corte costituzionale sulla fecondazione eterologa. La legge 40/2014 esclude infatti la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata, che consiste nel portare a termine una gravidanza su committenza. L’unico modo per realizzare progetti di genitorialità priva di legami biologici con il minore è quindi quello dell’adozione.
Corte di Cassazione, 30 ottobre 2014 n. 23105
Nonostante la casa coniugale sia stata assegnata alla moglie ed i figli questi possono decidere liberamente di lasciarla e trasferirsi altrove.
Corte di Cassazione, 29 ottobre 2014 n. 23001
Le decisioni adottate dal giudice con i provvedimenti presidenziali ed urgenti prevalgono sui precedenti accordi patrimoniali assunti dai coniugi.
Corte di Cassazione, 14 ottobre 2014 n. 21670
L'assegno divorzile va revisionato quando il coniuge obbligato al versamento viene licenziato.
Corte di Cassazione, 13 ottobre 2014 n. 21598
Il diritto all'assegno divorzile può essere dichiarato anche dopo il decesso dell'ex coniuge nel corso del giudizio, permanendo l'interesse dell'altro coniuge alla pronuncia.
Corte di Cassazione, 11 settembre 2014 n. 19181
In caso di procedimento per separazione o divorzio, il giudice può legittimamente discostarsi dal principio dell'affidamento condiviso dei figli minori solo ove esso risulti pregiudizievole all'interesse del minore.
Corte di Cassazione, 4 settembre 2014 n. 18722
Ai fini della determinazione dell'assegno divorzile, non è necessario ripercorrere analiticamente tutti i criteri indicati dall'art. 5 della l. n. 898/1970, ben potendo il giudice considerare prevalente, di fronte ad un matrimonio di breve durata, il fattore tempo.
Corte di Cassazione, 17 luglio 2014 n. 16349
Se viene annullato dal Tribunale ecclesiastico un matrimonio durato almeno 3 anni la dichiarazione di nullità non può essere accettata dallo Stato Italiano.
Corte di Cassazione, 4 luglio 2014 n. 15416
Nell’ambito del procedimento di separazione personale dei coniugi è esclusa la reclamabilità dei provvedimenti, adottati dal G.I, ex art. 709, ultimo comma, cod. proc. civ., di modifica o revoca di quelli presidenziali.
Corte di Cassazione, 3 luglio 2014 n. 15186
Competente a conoscere della domanda di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario, ai sensi dell’art. 4, primo comma, della legge 1 dicembre 1970, n. 898 (nel testo introdotto dall’art. 2, comma 3 bis, del d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80), quale risultante a seguito della dichiarazione di illegittimità costituzionale di cui alla sentenza 23 maggio 2008, n. 169, della Corte costituzionale, è il tribunale del luogo di residenza o domicilio del coniuge convenuto, salvi gli ulteriori criteri di determinazione della competenza previsti, in via subordinata, dalla medesima disposizione di legge.
Corte di Cassazione, 2 luglio 2014 n. 15143
Nel giudizio di divorzio il giudice è tenuto a sentire i figli minori se hanno compiuto 12 anni; per gli infradodicenni, invece, l'ascolto è a discrezione del giudicante e può essere omesso qualora questi lo ritenga nocivo per la prole.
Corte di Cassazione, 12 giugno 2014 n. 13407
Il diritto di abitazione sulla casa familiare, che l’art. 540 cod. civ. riserva al coniuge del “de cuius”, non spetta al coniuge separato, ancorché immune da addebito, se la cessazione della convivenza nel regime di separazione personale ha spezzato il collegamento dell’immobile con la destinazione a residenza familiare.
Corte di Cassazione, 10 giugno 2014 n. 13026
Ai fini della determinazione dell'assegno di mantenimento si deve tener conto anche dei regali dei familiari se costanti e prolungati nel tempo in quanto anche quest'ultimi concorrono a determinare il tenore di vita della coppia.
Corte di Cassazione, 29 maggio 2014 n. 12117
Se il giudice tutelare ha autorizzato al padre, rappresentante legale della minore, di acquistare un fondo con il denaro della figlia, il terreno va intestato alla minore altrimenti il contratto di compravendita va annullato.
Corte di Cassazione, 23 maggio 2014 n. 11516
Dormire in letti separati non è indice d'intollerabilità della convivenza, mentre la "tresca" documentata dall'investigatore privato sì e può dare luogo all'addebito della separazione.
Corte di Cassazione, 22 maggio 2014 n. 11414
Non devono essere mantenuti i figli specializzandi in medicina che percepiscono il relativo compenso fissato nel contratto per la formazione specialistica.
Corte di Cassazione, 16 maggio 2014 n. 10783
Contradditori necessari, passivamente legittimati in ordine all'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità naturale sono, ai sensi dell'art. 276 cod. civ., in caso di morte del preteso genitore, esclusivamente i suoi eredi, e non anche gli eredi degli eredi di lui, o altri soggetti, comunque portatori di un interesse contrario all'accoglimento della domanda, ai quali invece è riconosciuta la sola facoltà di intervenire in giudizio a tutela dei rispettivi interessi.
Corte di Cassazione, 5 febbraio 2014 n. 2542
L’eredità paterna dopo il divorzio fa scattare la revoca dell'assegno perché costituisce una rendita: la successione dopo la cessazione della convivenza ben può essere considerata per valutare la capacità economica degli ex coniugi.
Corte di Cassazione, 22 gennaio 2014 n. 1277
Il sostegno economico all'interno di una coppia di fatto è un «dovere morale e sociale», soprattutto se uno dei due conviventi vive una condizione di «precarietà: eventuali contribuzioni di un convivente all'altro vanno intese come adempimenti che la coscienza sociale ritiene doverosi nell'ambito di un consolidato rapporto affettivo che non può non implicare forme di collaborazione e di assistenza morale e materiale.
Corte di Cassazione, 17 gennaio 2014 n. 927
Il giudice può ridurre l’importo dell’assegno di mantenimento a carico dell’ex coniuge se l’obbligato è anziano e in precarie condizioni di salute. In questo caso, infatti, è prevedibile che l’onerato debba andare incontro a crescenti spese di carattere medico e assistenziale.
Corte di Cassazione, 20 settembre 2013 n. 21607
Inadeguata la vita offerta ai figli? A farne le spese è il legame familiare
Se si accerta la ricorrenza di una situazione di abbandono che legittimi la dichiarazione di adottabilità – come l’inadeguatezza della vita offerta ai figli al loro normale sviluppo psicofisico – l’unica soluzione è la rescissione del legame familiare.
Corte di Cassazione, 1 agosto 2013 n. 18440
L’assegnazione della casa coniugale non può costituire una misura assistenziale per il coniuge economicamente più debole
In mancanza di figli minori o di figli maggiorenni ma non autosufficienti economicamente, non può essere disposta l’assegnazione della casa coniugale al coniuge economicamente più debole, nemmeno in presenza di dichiarazione di addebito della separazione.
Corte di Cassazione, 20 febbraio 2013 n. 4178
Nel caso in cui il coniuge cui non è addebitabile la separazione adduca che il suo patrimonio ed i suoi redditi non siano in grado di assicurargli il mantenimento del pregresso tenore di vita, al fine di provvedere sull'assegno il giudice deve esaminare le esigenze del richiedente accertando e tenendo conto di tutte le risorse economiche del predetto e dell'onerato. In conclusione deve procedere ad un'attendibile ricostruzione delle rispettive posizioni economiche e reddituali dei coniugi nel bilanciamento dei reciproci interessi, si da garantire il permanere del medesimo tenore di vita attraverso la corresponsione dell'assegno.
Corte di Cassazione, n. 2202/2013
Per richiedere l'adempimento di un preliminare di compravendita di un immobile ed agire quindi per l'esecuzione in forma specifica, non c'è bisogno che il contratto sia stato firmato da entrambi i coniugi che si trovano in regime di comunione legale: la mancanza del suo consenso si traduce in un vizio da far valere ai sensi dell'art. 184 del codice civile, nel rispetto del principio generale di buona fede e dell'affidamento.
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