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Cass. pen., 21 dicembre 2015 n. 50169
In caso di sequestro probatorio, il relativo dissequestro può essere chiesto ed accordato soltanto perché il vincolo non è più necessario ai fini della raccolta delle prove.

Cass. pen., 16 dicembre 2015 n. 49613
La vittima di stalking non deve ricordare i comportamenti vessatori perpetrati nei suoi confronti nei minimi particolari. Non deve cioè fornire spiegazioni dettagliate sull'ora e il luogo in cui questi episodi si sono verificati: avendo il reato natura abituale è sufficiente che gli atti persecutori abbiano avuto un effetto destabilizzante della serenità dell'equilibrio psico-fisico della vittima.

Cass. pen., 16 dicembre 2015 n. 49572
Se gli atti sessuali compiuti con una minore ne hanno determinato la gravidanza, allora non può essere riconosciuta l'attenuante della «minore gravità», prevista dall'articolo 609 quater, terzo comma, del codice penale, considerato l'innegabile danno al normale sviluppo psico - fisico che ciò provoca alla vittima.

Cass. pen., 9 dicembre 2015 n. 48453
Scatta l'esercizio abusivo di attività di giuoco o scommesse per chi all'interno di un esercizio commerciale, senza la prescritta autorizzazione dei Monopoli, raccolga il denaro dei clienti, utilizzando come appoggio un conto corrente intestato a terzi, per impiegarlo in attività di scommesse online.

Cass. pen., 1 dicembre 2015 n. 47489
L'Isis è una “associazione terroristica”, “così definita da numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu”, e “non uno Stato”, sebbene si estenda “su parte della Siria e dell'Iraq” che sono da considerarsi “territorio occupato”: per questo motivo è vietato fare propaganda del Califfato, sul web, anche dall'Italia. Con riferimento alle strutture organizzative “cellulari” o “a rete”, caratterizzate da estrema flessibilità e in grado di rimodularsi secondo le pratiche esigenze che di volta in volta si presentano, in condizione di operare contemporaneamente in più Paesi, anche in tempi diversi e con contatti (fisici, telefonici, informatici) anche discontinui o sporadici tra i vari gruppi in rete, la fattispecie delittuosa di cui all’articolo 270-bis del Cp deve ritenersi integrata – in presenza del necessario elemento soggettivo - anche da un sodalizio che realizza condotte “di supporto” all’azione terroristica di organizzazioni riconosciute e operanti come tali: quali quelle volte al proselitismo, alla diffusione di documenti di propaganda, all’assistenza agli associati, al finanziamento, alla predisposizione o acquisizione di armi, alla predisposizione o acquisizione di documenti falsi, all’arruolamento, all’addestramento, ecc.; con l’affermazione in proposito della giurisdizione italiana in caso di “cellula” operante in Italia per il perseguimento della finalità di terrorismo internazionale sulla base dell’attività di indottrinamento, reclutamento e addestramento al martirio di nuovi adepti, da inviare all’occorrenza nelle zone teatro di guerra, e della raccolta di denaro destinato al sostegno economico dei combattenti del Jihad all’estero. È ravvisabile la natura "pubblica" dell’apologia nel caso di documenti diffusi su siti internet liberamente accessibili. Infatti, l’articolo 266, comma 4, del Cp definisce il reato avvenuto “pubblicamente” quando il fatto è commesso «col mezzo della stampa o con altro mezzo di propaganda» ed è evidente che un sito internet a libero accesso ha una potenzialità diffusiva indefinita, tanto da poter essere equiparato alla stampa.

Cass. pen., 24 novembre 2015 n. 46501
In una catena di violenze sessuali perpetrate in continuazione tra loro, l'individuazione, da parte del giudice, dell'episodio da considerare più grave non è impugnabile, per difetto di interesse, se una diversa qualificazione non avrebbe comunque effetti sulla pena, in quanto fissata nel minimo. Mentre, a giustificare l'utilizzo delle dichiarazioni rilasciate dal teste al Pm all'interno del dibattimento è sufficiente che la minaccia sia soggettivamente percepita come tale, non richiedendosi una pericolosità oggettiva.

Cass. pen., 18 novembre 2015 n. 45697
Ai fini del rispetto dei termini processuali, l'impugnazione tramite servizio postale privato, possibile dal maggio 2011, si considera proposta dalla data di spedizione della raccomandata contenente il relativo atto. Non ha, dunque, alcun rilievo il giorno in cui l'agente del servizio privato ha ritirato il plico presso lo studio professionale.

Cass. pen., 12 novembre 2015 n. 45270
L'imprenditore non in regola con la normativa antinfortunistica deve eliminare i pericoli presenti sul posto di lavoro ed è tenuto a versare la sanzione amministrativa per le irregolarità accertate. In caso contrario scatta l'imputazione penale secondo quanto previsto dagli articoli 133 e 159 del Dlgs 81/08 (Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro).

Cass. pen., 11 novembre 2015 n. 45158
L'avvocato ha il diritto di vedersi riconosciuto il proprio diritto di astensione anche quando l'udienza sia facoltativa.

Cass. pen., 9 novembre 2015 n. 44765
Nelle separazioni di coppie non sposate con figli, a meno di diversa indicazione da parte del giudice, il versamento degli assegni familiari al genitore affidatario del minore concorre a integrare l'obbligo di mantenimento. Il relativo importo dunque non va scomputato dalla cifra complessiva da corrispondere.

Cass. pen., 3 novembre 2015 n. 44335
È il direttore del singolo punto vendita e non il rappresentante legale della catena di supermercati a rispondere penalmente della vendita di prodotti in cattivo stato di conservazione. A meno che non si accerti la presenza di un vizio a monte come, per esempio, la mancata adozione da parte dell'intera azienda delle procedure comunitarie sul controllo dei prodotti.

Cass. pen., 2 novembre 2015 n. 44132
La non punibilità per la «particolare tenuità del fatto» può essere applicata anche alla guida in stato di ebbrezza. Tuttavia, il giudice dovrà comunque disporre la sospensione della patente di guida perché così prevede la norma.

Cass. pen., 26 ottobre 2015 n. 42964
Scatta il reato di produzione, e poi detenzione, di materiale pedopornografico per l'allenatore della squadra di calcio dilettantistica che riprende di nascosto le parti intime dei ragazzi, in questo caso minori di 14 anni, mentre si trovano negli spogliatoi, e poi lo archivia su hard disk esterni al pc.

Cass. pen., 22 ottobre 2015 n. 42579
Per la configurabilità del reato di «impiego di denaro di provenienza illecita», previsto dall'articolo 648-ter del codice penale, non è necessario che la condotta abbia anche connotazioni dissimulatorie, necessarie invece per contestare il reato di riciclaggio.

Cass. pen., 21 ottobre 2015 n. 42230
L'amministrazione finanziaria non può opporsi se i giudici penali negano il sequestro dei beni di un gruppo di imputati rinviati a giudizio per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari. Neppure facendo appello alla direttiva comunitaria che prevede il diritto della vittima a ottenere un risarcimento da parte dell'autore del reato.

Cass. pen., 13 ottobre 2015 n. 41067
In assenza del permesso di costruire, la «destinazione abitativa» fa scattare il reato di abuso edilizio anche per la posa di una «casa mobile», rientrando in questa nozione: prefabbricati, camper, roulotte ecc.: la norma fa salvo unicamente il caso in cui sussistano contemporaneamente i seguenti quattro requisiti: la collocazione avvenga all'interno di una «struttura ricettiva all'aperto», l'ancoraggio al suolo sia temporaneo, l'autorizzazione all'esercizio dell'attività conforme alla legislazione regionale e, in ultimo, la destinazione sia «turistica», e perciò «necessariamente occasionale e limitata nel tempo».

Cass. pen., 8 ottobre 2015 n. 40356
È reato usare 'Youtube' come arma di ricatto per “coartare” la volontà di qualcun altro tenendolo sotto scacco con la minaccia di pubblicare in rete un video imbarazzante, a maggior ragione se la vittima del ricatto è una donna.

Cass. pen., 8 ottobre 2015 n. 40355
La messa in vendita di modeste quantità di alimenti non freschi, perché malamente conservati, può integrare quella «particolare tenuità del fatto» che, alla luce della recente novella legislativa, non permette la punibilità della relativa condotta.

Cass. pen., 6 ottobre 2015 n. 40150
L'intervento di una causa estintiva della pena, quale per esempio la conclusione con esito positivo dell'«affidamento in prova», non fa venir meno l'interesse dell'imputato alla dichiarazione, in sede esecutiva, della «continuazione» rispetto agli altri reati per cui è stato parimenti condannato.

Cass. pen., 5 ottobre 2015 n. 40069
Nel caso di sanzione amministrativa della sospensione della patente, la competenza all’irrogazione della stessa all’esito della positiva messa alla prova e dell’estinzione del reato, va individuata, ai sensi dell’articolo 224, comma 3, del codice della strada, in capo al prefetto.

Cass. pen., 5 ottobre 2015 n. 39865
In un contesto di ripetute sopraffazioni da parte del marito, quando i «rapporti sessuali ordinari» tra i coniugi siano ormai cessati da tempo, il reato di violenza sessuale può scattare anche in assenza una opposizione palese da parte della donna, bastando un «rifiuto implicito».

Cass. pen., 30 settembre 2015 n. 39430
Abuso d'ufficio per il responsabile della cassa cambiali che inganna il notaio non sottoponendogli i “pagherò” emessi dal responsabile legale di una Srl, in favore di terzi, così inducendolo a non protestarli.

Cass. pen., 28 settembre 2015 n. 39175
In tema di valutazione di adeguatezza della misura, allorquando il giudice ritenga necessaria la misura della custodia in carcere, anziché quella più gradata degli arresti domiciliari, deve motivare le ragioni per cui quest’ultima misura venga considerata inidonea, anche alla luce della possibilità di imporre specifici limiti di comunicazione con l’esterno, ai sensi dell’articolo 284, comma 3, del Cpp.

Cass. pen., 22 settembre 2015 n. 38518
Ai fini della determinazione della pena agli effetti dell'applicazione di una misura cautelare personale e segnatamente della individuazione dei corrispondenti termini di durata massima delle fasi processuali precedenti la sentenza di merito di primo grado, deve tenersi conto, nel caso di concorso di più circostanze aggravanti ad effetto speciale, oltre che della pena stabilita per la circostanza più grave, anche dell'ulteriore aumento complessivo di un terzo, ai sensi dell'articolo 63, comma 4, del Cp, per le ulteriori omologhe aggravanti meno gravi.

Cass. pen., 21 settembre 2015 n. 38281
La condotta del sanitario chiamato a esercitare il dovere professionale di tutela della salute non integra il reato di favoreggiamento personale se e in quanto non esorbiti il limite della diagnosi e della terapia, occorrendo a tal fine, per l’integrazione del reato, che vengano poste in essere condotte aggiuntive di altra natura che travalichino tale limite e siano finalizzate soggettivamente e oggettivamente a far eludere alla persona assistita le investigazioni dell’autorità o a sottrarla alle ricerche di quest’ultima. Ciò in quanto il medico ha il dovere giuridico di assistere chiunque abbia necessità delle sue prestazioni professionali, a prescindere dal modo e dall’ambiente in cui le cure vengono poi prestate.

Cass. pen., 21 settembre 2015 n. 38267
È legittima e non irragionevole, e come tale è da considerare insindacabile, la scelta del legislatore contenuta nell'articolo 464-bis, comma 2, del Cpp, che non consente l'applicazione dell'istituto della sospensione con messa alla prova se sia già trascorso il termine finale per la presentazione della relativa istanza. Né, in senso contrario, potrebbe invocarsi il principio di retroattività della lex mitior successiva, in quanto tale principio, come del resto le norme in materia di retroattività contenute nell'articolo 7 della Cedu, concerne le sole disposizioni che definiscono i reati e le pene che li reprimono, giacché il nuovo istituto è stato strutturato come un percorso alternativo all'accertamento giudiziario, senza però incidere sulla valutazione sociale del fatto, la cui valenza negativa rimane anzi il presupposto per imporre all'imputato, il quale ne abbia fatto esplicita richiesta, un programma di trattamento alla cui osservanza con esito positivo consegue l'estinzione del reato

Cass. pen., 17 settembre 2015 n. 37666
L'amministratore che sposti sul proprio conto personale (e su quello della moglie) denaro di spettanza dei condomini lo fa con «dolo» e commette dunque il reato di «appropriazione indebita». Né può contestare l'«aggravante» per il «danno ingente» sostenendo che esso va parcellizzato per il numero dei condomini e non valutato nella sua interezza.

Cass. pen., 17 settembre 2015 n. 37100
L'imputato ha il diritto di accedere al giudizio abbreviato quando chieda il rinvio per produrre documentazione a suo favore e l'Agenzia delle entrate ritardi la consegna della certificazione.

Cass. pen., 10 settembre 2015 n. 36669
Il licenziamento e la limitazione della libertà personale del coniuge obbligato al mantenimento non gli evitano la condanna per violazione degli obblighi di assistenza familiare se sopravvenuti alle violazioni.

Cass. pen., 9 settembre 2015 n. 36383
L’ordine di demolizione delle opere abusive emesso dal giudice penale ha carattere reale e natura di sanzione amministrativa a contenuto ripristinatorio e deve pertanto essere eseguito nei confronti di tutti i soggetti che sono in rapporto col bene e vantano su di esso un diritto reale o personale di godimento, anche se si tratti di soggetti estranei alla commissione del reato, atteso che l’esistenza del manufatto abusivo continua ad arrecare pregiudizio all’ambiente e ciò rende tale conclusione conforme alle norme Cedu, come interpretate dalla Corte europea con sentenza 20 gennaio 2009, nel caso Sud Fondi contro Italia; restando ovviamente salva la possibilità per il terzo acquirente che sia in buona fede di rivalersi nei confronti del venditore a seguito dell’avvenuta demolizione

Cass. pen., 9 settembre 2015 n. 36357
Il giudice dell'esecuzione, per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 32 del 2014, deve procedere alla rideterminazione della pena in favore del condannato per un illecito relativo a una droga leggera a norma degli articoli 132 e 133 del Cp, attenendosi al rispetto sia dei limiti edittali previsti dalla originaria formulazione dell'articolo 73, comma 4, del Dpr n. 309 del 1990, in relazione alla tipologia di condotta e di sostanza stupefacente oggetto di contestazione, sia delle valutazioni già effettuate in sentenza dal giudice della cognizione con riferimento alla sussistenza del fatto e al significato allo stesso attribuibile

Cass. pen., 7 settembre 2015 n. 36059
La richiesta dell'automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza di sostituire la pena con i lavori di pubblica utilità non può essere respinta semplicemente sostenendo che essa è incompatibile con la sospensione condizionale della pena accordata all'imputato.

Cass. pen., 2 settembre 2015 n. 35818
Ai fini della responsabilità amministrativa dell’ente, stante il disposto dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 231 del 2001, è necessario che venga compiuto un reato da parte di un soggetto riconducibile all’ente, ma non è anche necessario che tale reato venga accertato con individuazione e condanna del responsabile, con la conseguenza che la responsabilità penale presupposta può essere ritenuta incidenter tantum (ad esempio, perché non si è potuto individuare il responsabile o perché questi non è imputabile) e ciò nonostante può essere sanzionata in via amministrativa la società (ciò che è stato ritenuto nel caso di specie, relativamente all’illecito di cui all’articolo 25-ter del decreto legislativo n. 231 del 2001, contestato con riferimento al reato presupposto di aggiotaggio previsto dall’articolo 2637 del codice civile, in una vicenda in cui l’autore del reato presupposto era stato assolto, ma era risultata comunque accertata la commissione del reato presupposto da parte di altri soggetti, pur non compiutamente identificati, comunque riconducibili alla società e che, ovviamente, avevano agito nell’interesse o a vantaggio di questa).

Cass. pen., 25 agosto 2015 n. 35571
In tema di misure cautelari personali, la previsione di cui all’articolo 275-bis del Cpp, introdotta dall’articolo 16 del decreto legge 24 novembre 2000 n. 341, convertito dalla legge 19 gennaio 2001 n. 4,laddove si stabilisce che il giudice, nel disporre la misura degli arresti domiciliari anche in sostituzione della custodia cautelare in carcere, possa prescrivere, in considerazione della natura e del grado delle esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto, l’adozione di mezzi elettronici o altri strumenti tecnici di controllo, non introduce una nuova misura coercitiva, ma unicamente una modalità di esecuzione di una misura cautelare personale, la cui applicazione viene disposta dal giudice contestualmente agli arresti domiciliari e subordinatamente al consenso dell’indagato all’adozione dello strumento elettronico. Ne deriva che il suddetto braccialetto rappresenta una cautela che il giudice può adottare, se lo ritiene necessario, non già ai fini della adeguatezza della misura più lieve, vale a dire per rafforzare il divieto di non allontanarsi dalla propria abitazione ma ai fini del giudizio, da compiersi nel procedimento di scelta delle misure, sulla capacità effettiva dell’indagato di autolimitare la propria libertà personale di movimento, assumendo l’impegno di installare il braccialetto e di osservare le relative prescrizioni.

Cass. pen., 24 agosto 2015 n. 35331
Sarebbe ravvisabile la colpa del conducente di un autoveicolo che, in autostrada, abbia tamponato altro autoveicolo che lo precedeva, quand’anche risultasse che questi procedesse alla velocità consentita (km/orari 130), in quanto una tale velocità massima, pur astrattamente ammessa, presuppone che la visuale autostradale risulti libera per un assai lungo tratto, così da permetterne tempestiva ed esaustiva ispezione, e, comunque, in modo tale da assicurare un’eventuale manovra di emergenza e, in ogni caso, il mantenimento della distanza di sicurezza, ovviamente proporzionata all’elevata velocità tenuta e al corrispondente necessario spazio di frenata.

Cass. pen., 21 agosto 2015 n. 35099
Non è suscettibile di convalida perché eseguito da soggetto non legittimato, in quanto privo della qualifica di agente o ufficiale di polizia giudiziaria, l’arresto facoltativo ex articolo 381 del Cpp cui abbia proceduto un operatore della polizia municipale fuori del territorio del comune di appartenenza e, quindi, fuori dell’ambito territoriale entro cui a questi avrebbe potuto riconoscersi la suddetta qualifica, ai sensi degli articoli 5 della legge 7 marzo 1986 n. 65 e 57, comma 2, lettera b), del Cpp. Ciò, in particolare, disponendo il citato articolo 57, comma 2, lettera b), del Cpp che la qualifica di agenti di polizia giudiziaria attribuita agli appartenenti alla polizia municipale è limitata nel tempo («quando sono in servizio») e nello spazio («nell’ambito territoriale dell’ente di appartenenza»), a differenza di altri corpi (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza) i cui appartenenti operano su tutto il territorio nazionale e sono sempre in servizio

Cass. pen., 18 agosto 2015 n. 34932
A fronte di un ricorso per cassazione da dichiarare inammissibile per manifesta infondatezza, non può essere presa in considerazione da parte della Corte di cassazione la questione circa la non punibilità del fatto per particolare tenuità ex articolo 131-bis del Cp

Cass. pen., 18 agosto 2015 n. 34920
Con riferimento ad attività o mestieri rumorosi, l'ambito di operatività dell'articolo 659 del Cp deve essere individuato nel senso che, qualora si verifichi esclusivamente il mero superamento dei valori limite di emissione di rumori fissati dalle leggi e dai decreti presidenziali in materia, si configura il solo illecito amministrativo di cui all'articolo 10, comma 2, della legge 26 ottobre 1995 n. 447 (legge quadro sull'inquinamento acustico); quando, invece, la condotta si sia concretata nella violazione di altre disposizioni di legge o prescrizioni dell'autorità che regolano l'esercizio dell'attività e del mestiere, si configura la contravvenzione sanzionata dall'articolo 659, comma 2, del Cp; mentre, nel caso in cui l'attività e il mestiere vengano svolti eccedendo dalle normali attività di esercizio, ponendo così in essere una condotta idonea a turbare la pubblica quiete, il fatto integra la contravvenzione prevista dall'articolo 659, comma 1, del Cp.

Cass. pen., 10 agosto 2015 n. 34712
In tema di arresto in flagranza, l’inseguimento del reo, utile per definire il concetto di quasi flagranza, deve essere inteso in senso più ampio di quello strettamente etimologico di attività di chi corre dietro, tallona e incalza, a vista, la persona inseguita. Esprime, cioè, un concetto comprensivo anche dell’azione di ricerca, immediatamente eseguita, anche se non immediatamente conclusa, purché protratta senza soluzione di continuità, sulla base delle ricerche immediatamente predisposte sulla scorta delle indicazioni delle vittime, dei correi o di altre persone a conoscenza dei fatti. L’inseguimento può quindi avvenire anche dopo un periodo di tempo, necessario alla polizia giudiziaria per giungere sul luogo del delitto, acquisire notizie utili e iniziare le ricerche, con l’ulteriore precisazione che il concetto di inseguimento a opera della forza pubblica comprende ogni attività di indagine e ricerca finalizzata alla cattura dell’indiziato di reità, purché detta attività non subisca interruzioni dopo la commissione del reato, anche se si protragga per più tempo. Tale disciplina è applicabile anche nell’ipotesi dell’omicidio colposo con violazione delle norme della circolazione stradale e dell’inosservanza dell’obbligo di fermarsi e di prestare la dovuta assistenza, poiché il disposto dell’articolo 189, comma 8-bis, del codice della strada, che prevede per coloro che, dopo essersi dati alla fuga, si pongano a disposizione della polizia giudiziaria entro le ventiquattro ore successive al fatto (e tale termine non può essere inteso in un’accezione elastica pena la sua inutilità), la non applicabilità delle disposizioni di cui al terzo periodo del comma 6 della stessa norma (relative alla possibilità di procedere all’arresto facoltativo in flagranza, a norma dell’articolo 381 del Cpp), rende evidente come il legislatore abbia previsto la possibilità di procedere da parte della polizia giudiziaria all’arresto anche dopo un periodo considerevolmente lungo, così recependo un concetto di quasi flagranza temporalmente dilatato ed esteso.

Corte Costituzionale, 5 dicembre 2014 n. 273
All'imputato va data una seconda chance per chiedere il giudizio abbreviato qualora durante la fase dibattimentale sia emerso «un fatto diverso» (rispetto al momento dell'esercizio dell'azione penale) che diventa l'oggetto della nuova contestazione.

Corte di Cassazione, 4 dicembre 2014 n. 51008
La accertata responsabilità del manager di un’azienda per il reato di frode fiscale prova anche il suo coinvolgimento nel reato di bancarotta fraudolenta.

Corte di Cassazione, 4 dicembre 2014 n. 50975
Il pagamento di tutti i debiti, o la condotta restitutoria da parte dell'imprenditore che abbia distratto risorse aziendali, fa cadere il reato di bancarotta fraudolenta unicamente se avvenute prima della dichiarazione di fallimento.

Corte di Cassazione, 4 dicembre 2014 n. 50944
In tema di peculato, la condotta del pubblico ufficiale che utilizza il telefono d’ufficio per fini personali al di fuori dei casi di urgenza o di specifiche autorizzazioni integra gli estremi del reato di peculato d’uso se produce un danno apprezzabile al patrimonio dell’amministrazione o di terzi, ovvero una lesione concreta alla funzionalità dell’ufficio. La condotta è invece penalmente irrilevante se non presenta conseguenze economicamente o funzionalmente significative.

Corte di Cassazione, 2 dicembre 2014 n. 50379
Il giudice non può espellere lo straniero, condannato per spaccio di stupefacenti, se è padre di un bimbo di sei mesi. La misura di sicurezza dell’espulsione, giustificata dalla pericolosità sociale dello straniero, dunque, cede il passo rispetto alla tutela della famiglia, della paternità e, in particolare, al principio della responsabilità genitoriale.

Corte di Cassazione, 2 dicembre 2014 n. 50345
Commette il reato di esercizio abusivo della professione l'avvocato che seppur ha superato l'esame di stato autentichi la sottoscrizione del mandato difensivo prima di aver conseguito l'iscrizione all'Albo.

Corte di Cassazione, 2 dicembre 2014 n. 50320
In tema di responsabilità degli enti, va ribadito il principio per cui l’estraneità dell’ente al reato non si può misurare in base alla diversità degli organi amministrativi che si sono succeduti. Le conseguenze del reato vengono infatti imputate all’ente in conseguenza del rapporto di immedesimazione organica che lo lega ai propri amministratori, in virtù del quale all’ente non vengono imputati solo gli effetti dell’atto, ma l’atto stesso.

Corte di Cassazione, 1 dicembre 2014 n. 49991
Deve essere considerata illegittima la condanna alla demolizione del manufatto, nel caso in cui siano state abbattute mura perimetrali in contrasto con il permesso a effettuare semplici lavori di ristrutturazione.

Corte di Cassazione, 27 novembre 2014 n. 49472
Il professionista che, per nascondere una propria inadempienza compia artifizi e raggiri nei confronti del cliente, che, quindi, all’oscuro dell’inadempienza, gli rinnovi il mandato professionale continuando a retribuirlo, commette il reato di truffa contrattuale. L’ingiusto profitto va individuato nel rinnovo del mandato professionale e nella percezione del relativo compenso, rinnovo che non sarebbe avvenuto ove il cliente fosse stato messo a conoscenza della inadempienza in cui il professionista era incorso.

Corte di Cassazione, 25 novembre 2014 n. 48981
La pubblicazione sul giornale di inserzioni a oggetto prestazioni sessuali non integra il reato di favoreggiamento della prostituzione.

Corte di Cassazione, 24 novembre 2014 n. 48679
La trasformazione della società in accomandita semplice in ditta individuale non esclude il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione. A tal fine bisogna avere riguardo non alla qualità di socio accomandante, che non è incompatibile con la responsabilità nei reati fallimentari, bensì alla sola circostanza della commissione degli atti di distrazione da parte dell’imputato, siano essi precedenti o successivi alla trasformazione.

Corte di Cassazione, 24 novembre 2014 n. 48663
Integra il delitto di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, di cui all'art. 316 ter c.p., la condotta del datore di lavoro che, mediante la fittizia esposizione di somme corrisposte al lavoratore a titolo di indennità per malattia o maternità o assegni familiari, ottiene dall'I.N.P.S. il conguaglio di tali somme, in realtà non corrisposte, con quelle da lui dovute all'istituto previdenziale a titolo di contributi previdenziali e assistenziali, così percependo indebitamente dallo stesso istituto le corrispondenti erogazioni.

Corte di Cassazione, 24 novembre 2014 n. 48645
In un procedimento per maltrattamenti in famiglia, il tribunale non può negare l'ascolto del minore, richiesto a discarico dai parenti imputati, motivandolo con la sua presunta inattendibilità.

Corte di Cassazione, 24 novembre 2014 n. 48645
La richiesta di audizione nel giudizio abbreviato di persone già sentite nel corso delle indagini o dell’udienza preliminare è legittima solo se si devono accertare fatti che non erano stati considerati nell’esame precedente.

Corte di Cassazione, 20 novembre 2014 n. 48347
L'amministratore che ometta di annotare in contabilità il pagamento della somma ricevuta in nero e averla sottratta, così, al soddisfacimento delle obbligazioni sociali è responsabile per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione e documentale.

Corte di Cassazione, 20 novembre 2014 n. 48339
Commette il reato di sequestro di persona la maestra che chiude la minore in uno stanzino perchè si rifiuta di fare il riposino .

Corte di Cassazione, 19 novembre 2014 n. 47751
Il contratto di appalto non solleva da precise dirette responsabilità il committente allorché lo stesso assuma una partecipazione attiva nella conduzione e realizzazione dell'opera, in quanto, in tal caso, rimane destinatario degli obblighi assunti dall'appaltatore, compreso quello di controllare direttamente le condizioni di sicurezza dei cantiere.

Corte di Cassazione, 11 novembre 2014 n. 46431
La banca può ottenere l’ammissione al credito anche dopo la confisca a condizione che sia accertata, da parte dell’autorità giudiziaria, l’inesistenza di un rapporto di strumentalità tra attività illegale e credito e la buona fede del creditore. La confisca infatti non pregiudica i diritti di credito dei terzi qualora il credito non sia strumentale all’attività illecita, a meno che il creditore dimostri di avere ignorato in buona fede il nesso di strumentalità.

Corte di Cassazione, 11 novembre 2014 n. 46412
Ricorre la rapina impropria nella forma del tentativo quando l’agente, dopo aver compiuto atti idonei diretti in modo non equivoco a sottrarre la cosa mobile altrui a chi la detiene, ma non riuscendo in tale intento per la costante vigilanza della persona offesa o di un suo delegato, adoperi, immediatamente dopo, violenza o minaccia per procurare a sé o ad altri l’impunità; ricorre invece la rapina impropria consumata quando l’agente, dopo l’amotio della res, riesce a portare a termine anche l’ablatio - ossia lo spossessamento dell’avente diritto, che fa perdere a costui il controllo sulla cosa, dimodoché non è più in grado di recuperarla autonomamente, senza l’ausilio di terzi o delle forze dell’ordine - e adoperi, immediatamente dopo, violenza o minaccia per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta o per procurare a sé o ad altri l’impunità.

Corte di Cassazione, 15 settembre 2014 n. 37730
Risponde di omesso versamento delle imposte l’imprenditore che, preferisce, per la grave situazione economica, pagare gli stipendi ai dipendenti, tralasciando il versamento delle ritenute all’Erario. L’imprenditore infatti è tenuto a operare con diligenza nel valutare il volume di affari e i conseguenti obblighi verso il fisco con la conseguenza che non può invocare a sua discolpa la mancata consapevolezza che l’ammontare dei tributi evasi superi la soglia di punibilità.

Corte di Cassazione, 12 settembre 2014 n. 37596
Facebook è un "luogo aperto al pubblico" e, per tale ragione, qualora un soggetto pubblichi commenti poco eleganti sulle bacheche altrui e/o commenti le foto altrui in modo "poco condivisibile" commette il reato di molestia o disturbo alle persone di cui all'art. 660 c.p., rischiando l'arresto fino a sei mesi o l'ammenda fino ad euro 516.

Corte di Cassazione, 11 settembre 2014 n. 37506
Costituisce reato apostrofare una donna come "nave scuola" con riferimento alle numerose storie amorose: tal termini si rivelano chiaramente offensivi secondo l'apprezzamento della generalità dei consociati.

Corte di Cassazione, 1 settembre 2014 n. 36509
Il delitto di appropriazione indebita è un reato istantaneo che si consuma con la prima condotta appropriativa e, cioè nel momento in cui l'agente compie un atto di dominio sulla cosa con la volontà espressa o implicita di tenere questa come propria.

Corte di Cassazione, 28 agosto 2014 n. 36392
La custodia cautelare in carcere va applicata come ultima ratio nel reato di maltrattamenti in famiglia quando altre misure come ad esempio l'allontanamento dalla casa familiare siano da ritenersi comunque idonee.

Corte di Cassazione, 26 agosto 2014 n. 36509
Il delitto di appropriazione indebita, in quanto di natura istantanea, rinviene il suo momento consumativo nella prima condotta appropriativa, coincidente con il momento in cui l'agente compie un atto di dominio sulla cosa, con volontà di tenerla come propria.

Corte di Cassazione, 19 agosto 2014 n. 35952
In tema di colpa professionale, qualora ricorra l'ipotesi di cooperazione multidisciplinare, ancorchè non svolta contestualmente, ogni sanitario è tenuto, oltre che al rispetto dei canoni di diligenza e prudenza connessi alle specifiche mansioni svolte, all'osservanza degli obblighi derivanti dalla convergenza di tutte le attività verso il fine comune ed unico; con la conseguenza che ciascun sanitario è tenuto a conoscere e valutare l'attività svolta da altro collega, sia pure specialista in altra disciplina. E, in particolare, si è chiarito che non può invocare il principio di affidamento l'agente che non abbia osservato una regola precauzionale su cui si innesti l'altrui condotta colposa, poichè allorquando il garante precedente abbia posto in essere una condotta colposa che abbia avuto efficacia causale nella determinazione dell'evento, unitamente alla condotta colposa del garante successivo, persiste la responsabilità anche del primo in base al principio di equivalenza delle cause.

Corte di Cassazione, 14 agosto 2014 n. 34495
Commette il reato di omissione di soccorso colui che dopo aver investito un pedone, non si ferma a prestare soccorso, anche se la vittima, dopo l’impatto con il veicolo, non cade per terra e si reca al pronto soccorso in un secondo momento.

Corte di Cassazione, 30 luglio 2014 n. 33835
Chi coltiva per uso domestico la mariuana in piccola quantità non commette reato.

Corte di Cassazione, 24 luglio 2014 n. 32923
Il sorvegliato speciale, sottoposto all'obbligo o al divieto di soggiorno che non porti con sé e non esibisca a richiesta di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria la carta di permanenza risponde della contravvenzione di cui all'art. 650 del codice penale.

Corte di Cassazione, 23 luglio 2014 n. 32792
Nell'ipotesi di omicidio tentato, la prova del dolo - ove manchino esplicite ammissioni da parte dell'imputato - ha natura essenzialmente indiretta, dovendo essere desunta da elementi esterni e, in particolare, da quegli elementi della condotta che, per la loro non equivoca potenzialità semantica, sono i più idonei ad esprimere il fine perseguito dall'agente. Assume valore determinante, per l'accertamento della sussistenza dell'animus necandi l'idoneità dell'azione, che va apprezzata in concreto, senza essere condizionata dagli effetti realmente raggiunti, perchè altrimenti l'azione, per non avere conseguito l'evento, sarebbe sempre inidonea nel delitto tentato. Il giudizio di idoneità consiste, quindi, come già precisato, in una prognosi formulata ex post con riferimento alla situazione che si presentava all'imputato al momento dell'azione, in base alle condizioni umanamente prevedibili del caso particolare.

Corte di Cassazione, 23 luglio 2014 n. 32730
Commette il reato di violenza privata chi parcheggia la propria autovettura bloccando l'unica via di uscita di una strada.

Corte di Cassazione, 21 luglio 2014 n. 32045
Non commette il reato di bancarotta fraudolenta documentale chi falsifica il bilancio societario se è possibile addivenire in altro modo ad una ricostruzione del patrimonio del fallito.

Corte di Cassazione, 14 luglio 2014 n. 30886
Integra gli estremi della truffa contrattuale la condotta di chi ponga in essere artifizi o raggiri consistenti nel tacere o nel dissimulare fatti e circostanze tali che, ove conosciuti, avrebbero indotto l'altro contraente ad astenersi dal concludere il contratto.

Corte di Cassazione, 19 giugno 2014 n. 26470
Lo psicologo che ha partecipato all'assunzione di sommarie informazioni con il PM può testimoniare in giudizio in quanto la sua figura non rientra tra gli ausiliari dell'accusa.

Corte di Cassazione, 18 giugno 2014 n. 26323
In tema di garanzie di libertà dei difensori previste dall'art. 103 c.p.p., il divieto di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni non riguarda indiscriminatamente tutte le conversazioni di chi rivesta la qualità di difensore e per il solo fatto di tale qualifica, ma solo le conversazioni che attengono alla funzione esercitata. Di conseguenza, nell'ipotesi in cui venga intercettato un colloquio fra l'indagato ed un avvocato legati da uno stretto rapporto di amicizia e familiarità, il giudice, al fine di stabilire se quel colloquio sia o no utilizzabile, all'esito di un esame globale ed unitario dell'intera conversazione, deve valutare: a) se quanto detto dall'indagato sia finalizzato ad ottenere consigli difensivi, o, non sia, piuttosto, una mera confidenza che potrebbe essere fatta a chiunque altri con cui si trovi in stretti rapporti di amicizia; b) se quanto detto dall'avvocato sia di natura professionale (e, quindi, rientrante nell'ambito del mandato difensivo) oppure abbia una mera natura consolatoria ed amicale a fronte delle confidenze ricevute.

Corte di Cassazione, 13 giugno 2014 n. 25443
Il barista ed il titolare della licenza rispondono entrambi del reato di somministrazione di alcolici al minorenne.

Corte di Cassazione, 11 giugno 2014 n. 24612
L'adesione allo sciopero dell'avvocato penalista non costituisce un legittimo impedimento ma integra l'esercizio di un diritto, per cui non inibisce la dichiarazione della contumacia qualora la parte non si sia costituita.

Corte di Cassazione, 9 giugno 2014 n. 24057
Commette il reato di maltrattamenti in famiglia il datore di lavoro che fa vivere i propri dipendenti stranieri ospitandoli in locali fatiscenti.

Corte di Cassazione, 5 giugno 2014 n. 23485
Chi viene assolto per insufficienza di prove non può impugnare il provvedimento in quanto manca l'interesse diretto all'eliminazione della lesione di un diritto.

Corte di Cassazione, 3 giugno 2014 n. 22922
Nei reati tributari commessi dal rappresentante legale di una società le misure cautelari si estendono ai beni societari a tal fine è possibile il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni aziendali qualora il profitto sia nella disponibilità dell'impresa.

Corte di Cassazione, 30 maggio 2014 n. 22664
In presenza di una causa estintiva del reato, non è applicabile la regola probatoria, prevista dall'art. 530 c.p.p., comma 2, da adottare quando il giudizio sfoci nel suo esito ordinario, ma è necessario che la prova dell'innocenza emerga "positivamente" dagli atti, senza necessità di ulteriori accertamenti: da ciò consegue che l'art. 129 c.p.p. non trova applicazione in caso di incertezza probatoria o di contraddittorietà degli elementi di prova, anche se in tali casi potrebbe ugualmente pervenirsi all'assoluzione dell'imputato.

Corte di Cassazione, 29 maggio 2014 n. 22118
In tema di associazione di tipo mafioso, ai fini della configurabilità del concorso esterno occorre che il dolo investa sia il fatto tipico oggetto della previsione incriminatrice, sia il contributo causale recato dalla condotta dell'agente alla conservazione o al rafforzamento dell'associazione, agendo l'interessato nella consapevolezza e volontà di recare un contributo alla realizzazione, anche parziale, del programma criminoso del sodalizio.

Corte di Cassazione, 20 maggio 2014 n. 20660
Commette il reato di rapina aggravata il minore che sottrae un bene ad un coetaneo: a nulla vale il fatto che il reo abbia agito per bullismo volendo così sottolineare la propria supremazia sul territorio.

Corte di Cassazione, 14 maggio 2014 n. 19848
È legittimo l'impiego di un minore come bagnino, se in possesso di regolare brevetto che sottintende all'idoneità psicofisica richiesta dalla legge penale.

Corte di Cassazione, 5 maggio 2014 n. 10838
Se il teste dichiara che il coltellino era in possesso dell'imputato perchè doveva effettuare una piccola riparazione quest'ultimo deve essere assolto In altre e più chiare parole non commette reato chi detiene l'arma fuori dalla propria abitazione se sussiste un giustificato motivo confermato da testimoni.

Corte di Cassazione, 18 febbraio 2014 n. 7614
Il giudice penale non è vincolato all’accertamento del giudice tributario, ma non può prescindere dalla pretesa tributaria dell’amministrazione finanziaria al fine di verificare la soglia di punibilità prevista dall’art. 4 del D.Lgs. n. 74 del 2000.

Corte di Cassazione, 17 febbraio 2014 n. 7324
Vi è concorso di reato per chi emette le fatture false e le utilizza nella propria dichiarazione dei redditi.

Corte di Cassazione, 11 febbraio 2014 n. 6384
Le telefonate e gli sms possono integrare il reato di stalking se pongono il destinatario in un perdurante stato di ansia e di paura.

Corte di Cassazione, 11 febbraio 2014 n. 6378
In ordine al reato di omesso versamento delle trattenute previdenziali ed assistenziali, deve evidenziarsi come possa ritenersi tempestivo, ai fini del verificarsi della causa di non punibilità, il versamento delle ritenute previdenziali effettuato dall'imputato nel corso del giudizio, allorché risulti che lo stesso non ha ricevuto dall'ente previdenziale la contestazione o la notifica dell'accertamento delle violazioni o non sia stato raggiunto nel corso del procedimento penale da un atto contenente gli elementi essenziali dell'avviso di accertamento. Se poi il procedimento sia pervenuto in sede di legittimità, senza che l'imputato sia stato posto in grado di fruire dalla causa di non punibilità, deve essere disposto l'annullamento con rinvio della sentenza per consentirgli di fruire della facoltà concessa dalla legge.

Corte di Cassazione, 10 febbraio 2014 n. 6145
Il rappresentante legale di una società a partecipazione pubblica locale non è un pubblico ufficiale di conseguenza non si configurano i presupposti soggettivi per l'esercizio dell'azione penale, volta a perseguire i delitti tipici contro la PA.

Corte di Cassazione, 4 febbraio 2014 n. 5481
Il danno all'immagine della Pubblica Amministrazione, sia esso perseguito dinanzi alla Corte dei Conti o dinanzi ad altra Autorità Giudiziaria, va configurato come danno patrimoniale da perdita di immagine, di tipo contrattuale, avente natura di danno-conseguenza, la cui prova può essere fornita anche per presunzioni e mediante il ricorso a nozioni di comune esperienza.

Corte di Cassazione, 4 febbraio 2014 n. 5227
Se è vero che il reato di ingiuria si perfeziona per il sol fatto che l'offesa al decoro o all'onore della persona avvenga alla sua presenza, è altrettanto vero che non integrano la condotta di ingiuria le espressioni che si risolvano in dichiarazioni di insofferenza rispetto all'azione del soggetto nei cui confronti sono dirette e sono prive di contenuto offensivo nei riguardi dell'altrui onore e decoro, persino se formulate con terminologia scomposta ed ineducata.

Corte di Cassazione, 28 gennaio 2014 n. 3680
Nell'ipotesi in cui viene omessa la notifica al difensore del decreto penale di condanna, il vizio è sanato dalla presentazione dell’opposizione che sfugge al termine dei quindici giorni.

Corte di Cassazione, 28 gennaio 2014 n. 3655
Qualsiasi difformità significativa rispetto all’opera autorizzata integra un reato paesaggistico: il Codice dei beni culturali infatti non distingue tra parziale e totale difformità dell’opera effettuata.

Corte di Cassazione, 24 gennaio 2014 n. 3572
In un campeggio la struttura mobile agganciata al suolo deve ritenersi abusiva soltanto quando l’aggancio non è temporaneo: il reato di costruzione edilizia abusiva è difatti configurabile anche nell’ipotesi di installazione di case mobili aventi una destinazione duratura per soddisfare esigenze abitative.

Corte di Cassazione, 23 gennaio 2014 n. 3253
Se il procedimento è da considerarsi identico va escluso il divieto di utilizzazione delle intercettazioni quando tra il contenuto dell’originaria notizia di reato, alla base dell’autorizzazione, e quello dei reati per cui si procede vi sia una stretta connessione sotto il profilo oggettivo, probatorio, o finalistico.

Corte di Cassazione, 20 gennaio 2014 n. 2326
Non bastano tre episodi di violenza, due sul figlio e uno sulla moglie, in un periodo di tre anni per configurare il reato di maltrattamenti in famiglia: il reato de quo richiede per la sua configurazione, una serie abituale di condotte che possono estrinsecarsi in atti lesivi dell’integrità psicofisica, dell’onore, del decoro o di mero disprezzo e prevaricazione del soggetto passivo, attuati anche in un arco temporale ampio, ma entro il quale possono agevolmente essere individuati come espressione di un costante atteggiamento dell’agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo.

Corte di Cassazione, 21 novembre 2013 n. 46388
Nel delitto di bancarotta documentale si deve procedere a una rideterminazione del regime sanzionatorio quando non sia dimostrato l'aggravamento del dissesto già in atto della società.

Corte di Cassazione, 20 novembre 2013 n. 46307
Deve essere condannato per lesioni colpose il padrone che abbia omesso di custodire il proprio cane all’interno di un parco dove il quadrupede rincorreva e mordeva al ginocchio una donna in bicicletta che cadendo si procurava delle lesioni.

Corte di Cassazione, 18 novembre 2013 n. 46153
Non è punibile per appropriazione indebita il marito che prima della separazione fa sparire i mobili da casa.

Corte di Cassazione, 6 novembre 2013 n. 44845
La gastrite dell’avvocato anche se certificata dal medico (con una prognosi di tre giorni per la guarigione) non è un motivo legittimo per far slittare l’udienza: la certificazione allegata alla richiesta di differimento, non solo non precisava che la malattia da cui era afflitto impedisse all’avvocato di svolgere la sua attività professionale ovvero che lo stesso necessitasse di riposo assoluto in ragione della sua eventuale intensità, ma si limitava a rilevare l’esistenza di una patologia che, per comune esperienza, non poteva considerarsi invalidante (la gastrite per l’appunto) e ad effettuare una prognosi sui suoi tempi dl risoluzione (peraltro assai rapidi). In tale situazione sempre per consolidato orientamento deve ritenersi legittimo il provvedimento con cui il giudice di merito ritenga l’insussistenza del dedotto impedimento anche indipendentemente da una verifica fiscale e facendo ricorso a nozioni di comune esperienza.

Corte di Cassazione, 24 ottobre 2013 n. 43541
Qualora la cosa sottoposta a sequestro preventivo sia stata successivamente restituita all’avente diritto, individuato in un soggetto diverso da quello che aveva la disponibilità della cosa al momento del sequestro, quest’ultimo, a seguito del venir meno del vincolo sulla cosa, perde interesse alla impugnazione, che deve pertanto essere dichiarata inammissibile, non potendo il medesimo conseguire, per effetto dell’eventuale accertamento della illegittimità del sequestro, il ripristino della disponibilità del bene, essendone impedito dal distinto provvedimento di restituzione, aggredibile attraverso incidente di esecuzione.

Corte di Cassazione, 24 ottobre 2013 n. 43414
Ai fini della commissione del reato di bancarotta semplice per aver aggravato il proprio dissesto, astenendosi dal richiedere la dichiarazione di fallimento, va anche provata la colpa grave.

Corte di Cassazione, 18 ottobre 2013 n. 42849
Non commette il reato d’abuso il sindaco che con la moglie, ex sindaco, fa uso di una strada pubblica per fini privati, parcheggiandovi le proprie autovetture e rendendola di fatto impraticabile al transito pedonale di tutti i cittadini.

Corte di Cassazione, 15 ottobre 2013 n. 42330
La costruzione di una tettoia di copertura non può qualificarsi come pertinenza, in quanto si tratta di un'opera priva del requisito della individualità fisica e strutturale propria della pertinenza, costituendo parte integrante dell'edificio sul quale viene realizzata; la costruzione di una tettoia, pertanto, in difetto del preventivo rilascio del permesso di costruire, integra il reato di cui al d.P.R. n. 380 del 2001, art. 44, comma 1, lettera b)

Corte di Cassazione, 15 ottobre 2013 n. 42324
E’ penalmente responsabile per il il reato di cui all'art. 4 della legge n. 628 del 1961, il datore di lavoro che non fornisce all'Ispettorato del lavoro la documentazione relativa al rapporto di lavoro dei dipendenti, benché sollecitata.

Corte di Cassazione, 4 ottobre 2013 n. 41486
Deve essere confermata la condanna, senza alcuna attenuante a carico del marito che per tre anni ha obbligato la moglie a continui rapporti sessuali, più volte al giorno.

Corte di Cassazione, 28 febbraio 2013 n. 9724
Sono da considerarsi maltrattamento non solo comportamenti diretti ad opprimere una persona, ma anche le omissioni" per deliberata indifferenza verso un disabile. D'altra parte le esigenze vitali e i bisogni di socialità e affettività di una persona con sindrome di Down sono acquisiti nel patrimonio di conoscenza collettivo e non richiedono una preparazione medica.In più una tale forma di maltrattamento nei confronti di persone di notoria grande sensibilità quali sono i portatori di sindrome di down "accentuano la gravità del fatto.

Corte di Cassazione, 19 febbraio 2013 n. 8011
Per poter integrare il reato di diffamazione tramite posta elettronica è necessario che il messaggio diffamatorio raggiunga una pluralità di soggetti, non essendo sufficiente che il messaggio abbia raggiunto un sola persona che poi l’abbia comunicato alla persona offesa.

Corte di Cassazione, 18 febbraio 2013 n. 7912
Lo straniero che è stato più volte espulso dall’Italia e che rientra nel nostro Paese senza autorizzazione non può invocare il ricongiungimento familiare per aver contratto matrimonio con un’italiana nel paese d’origine: l’interessato, infatti, al fine di evitare matrimoni solo strumentali a ottenere il permesso di soggiorno, deve anche provare di aver convissuto con il coniuge. In mancanza dell’autorizzazione e della prova sopra indicata per lo straniero si aprono le porte del carcere.

Corte di Cassazione, 14 febbraio 2013 n. 7369
La cessazione del rapporto di convivenza, ad esempio, a seguito di separazione legale o di fatto, non influisce sulla sussistenza del reato di maltrattamenti, rimanendo integri, anche in tal caso, i doveri di rispetto reciproco, di assistenza morale e materiale e di solidarietà che nascono dal rapporto coniugale.

Corte di Cassazione, 6 febbraio 2013 n. 5909
Il rifiuto di sottoporsi all' alcoltest è un reato istantaneo, questo infatti si perfeziona proprio nel momento in cui l'interessato esprime la sua indisponibilità a sottoporsi all'accertamento. Non rileva che l'imputato sia tornato sul posto ed abbia infine dichiarato una disponibilità a sottoporsi all'alcoltest, dal momento che non esiste una sorta di ravvedimento operoso da parte di chi abbia già, con il comportamento di rifiuto, consumato il reato; e dal momento che comunque è del tutto giustificato che gli agenti abbiano ritenuto superfluo l'accertamento atteso che, dato il tempo trascorso ed essendosi l'imputato ripetutamente allontanato, avrebbe potuto facilmente essere ritenuto poco attendibile, ben essendo possibile che lo stesso fosse stato “inquinato” dal comportamento dello stesso imputato successivo al controllo iniziale.

Corte Costituzionale, 4 febbraio 2013 n. 5489
L’avvocato dell’imputato contumace non ha diritto alla notifica dell’avviso di deposito della sentenza quando questo avviene nel termine stabilito dal giudice. L’eventuale notifica dell’avviso al legale, pertanto, non sposta in avanti il termine per presentare l’impugnazione.

Corte Costituzionale, 25 gennaio 2013 n. 4115
Deve ritenersi illegittimo il provvedimento di rigetto dell'istanza di restituzione nel termine per proporre opposizione a decreto penale di condanna fondato sul mero rilievo della regolarità formale della notificazione dell'atto - nella specie avvenuta mediante servizio postale - in quanto detta notifica, se non effettuata a mani dell'interessato, non può essere, di per sè sola, ritenuta prova dell'effettiva conoscenza dell'atto da parte del destinatario, tanto più ove quest'ultimo affermi di non averla ricevuta, deducendo a sostegno motivi idonei.

Corte Costituzionale, 25 gennaio 2013 n. 4091
Il rimedio esperibile per emendare la sentenza di condanna che ometta di provvedere sulle spese processuali è costituito unicamente dalla procedura di correzione degli errori materiali.

Corte Costituzionale, 24 gennaio 2013 n. 3823
La condotta di partecipazione è riferibile a colui che si trovi in rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, tale da implicare, più che uno status di appartenenza, un ruolo dinamico e funzionale, in esplicazione del quale l'interessato "prende parte" al fenomeno associativo, rimanendo a disposizione dell'ente per il perseguimento dei comuni fini criminosi.

Corte Costituzionale, n. 2684/2013
L’interversione del possesso fondante il reato di appropriazione indebita sussiste anche in caso di mera detenzione qualificata, consistente nell’esercizio sulla cosa di un potere di fatto esercitato al di fuori della sfera di sorveglianza del titolare.

Corte Costituzionale, 21 gennaio 2013 n. 3176
L'inutilizzabilità delle dichiarazioni spontanee è fisiologica (e non patologica), con la conseguenza che possono essere utilizzate per le contestazioni in caso di esame dibattimentale in contraddittorio di colui che le ha rese.

Corte Costituzionale, 15 gennaio 2013 n. 1
Le intercettazioni inutilizzabili per vizi di ordine procedurale attengono a comunicazioni di per sé non inconoscibili, e che avrebbero potuto essere legittimamente captate se fosse stata seguita la procedura corretta. La loro distruzione può pertanto seguire l’ordinaria procedura camerale, nel contraddittorio fra le parti. Nel caso invece si tratti di intercettazioni non utilizzabili per ragioni sostanziali, derivanti dalla violazione di una protezione “assoluta” del colloquio per la qualità degli interlocutori o per la pertinenza del suo oggetto, la medesima soluzione risulterebbe antitetica rispetto alla ratio della tutela. L’accesso delle altre parti del giudizio, con rischio concreto di divulgazione dei contenuti del colloquio anche al di fuori del processo, vanificherebbe l’obiettivo perseguito, sacrificando i principi e i diritti di rilievo costituzionale che si intende salvaguardare. Basti pensare alla conoscenza da parte dei terzi - o, peggio, alla diffusione mediatica - dei contenuti di una confessione resa ad un ministro del culto, ovvero all’ostensione al difensore della parte civile del colloquio riservato tra l’imputato e il suo difensore.

Corte di Cassazione, 11 gennaio 2013 n. 1480
Il giudice non può negare il permesso di lavoro a chi sta scontando la misura cautelare degli arresti domiciliari se la famiglia è indigente e non ha altri mezzi di sostentamento. Ai sensi dell’art. 284, comma 3, del c.p.p. se l’imputato agli arresti domiciliari non può altrimenti provvedere alle sue esigenze di vita o versa in una situazione di assoluta indigenza, il giudice può autorizzarlo ad assentarsi nel corso della giornata dal luogo di arresto per il tempo strettamente necessario per provvedere alle suddette esigenze o per esercitare una attività lavorativa.

Corte di Cassazione, 3 gennaio 2013 n. 117
Risponde per concorso nel reato di esercizio abusivo della professione l’assistente di poltrona che presti la propria attività al servizio di un odontotecnico che opera cure odontoiatriche e risponde dello stesso reato anche il direttore sanitario della struttura che non ha impedito l’evento pur essendo tenuto a farlo.