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Cass. civ., 24 novembre 2015 n. 23934
Poiché i limiti di ammissibilità della prova testimoniale avente a oggetto l’esistenza di un negozio per il quale è richiesta la forma scritta ad substantiam, sono dettati da ragioni di ordine pubblico, l’inammissibilità della prova per contrasto con la norma che la vieta non è sanata dalla mancata tempestiva opposizione della parte interessata; conseguentemente, la relativa eccezione può essere utilmente formulata anche dopo l’espletamento della prova vietata, e quindi con la proposizione di uno specifico motivo di appello a fronte di un’assunzione avvenuta in primo grado.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23131
Ove l'attore abbia chiesto con l'atto di citazione una sentenza costitutiva ex articolo 2932 del Cc sulla base di una scrittura privata da lui erroneamente qualificata come preliminare di vendita immobiliare, costituisce mera emendatio libelli, consentita anche in appello, la richiesta di una pronuncia dichiarativa dell'avvenuto trasferimento della proprietà del medesimo immobile, oggetto del contratto qualificato come contratto definitivo di compravendita, trattandosi di semplice specificazione della pretesa originaria restando il thema decidendum circoscritto all'accertamento dell'esistenza di uno strumento giuridico idoneo al trasferimento di proprietà e rimanendo così identico nella sostanza il bene effettivamente richiesto e identica la causa petendi costituita dal contratto del quale viene prospettata, rispetto alla domanda originaria, soltanto una diversa qualificazione giuridica.
Cass. civ., 12 novembre 2015 n. 23117
Il ricorso per cassazione, avendo a oggetto censure espressamente e tassativamente previste dall’articolo 360, comma 1, del Cpc, deve essere articolato in specifici motivi riconducibili in maniera immediata e inequivocabile a una delle cinque ragioni di impugnazione stabilite dalla citata disposizione, pur senza la necessaria adozione di formule sacramentali o l’esatta indicazione numerica di una delle predette ipotesi. In particolare, nel caso in cui il ricorrente lamenti l’omessa pronuncia, da parte dell’impugnata sentenza, in ordine ad una delle domande o eccezioni proposte, non è indispensabile che faccia esplicita menzione della ravvisabilità della fattispecie di cui al n. 4 del primo comma dell’articolo 360 del Cpc, con riguardo all’articolo 112 del Cpc, purché il motivo rechi univoco riferimento alla nullità della decisione derivante dalla relativa omissione. Il motivo, invece, deve essere dichiarato inammissibile allorché sostenga che la motivazione sia stata omessa o insufficiente o si limiti ad argomentare sulla violazione di legge.
Cass. civ., 10 novembre 2015 n. 22877
Con riguardo al giudizio di cassazione la possibilità di conferire la procura alle liti a margine della comparsa di costituzione di un nuovo difensore è stata inserita nell’articolo 83 del Cpc dall’articolo 45, comma 9, lettera a) della legge n. 69 del 2009. Per espressa previsione dell’articolo 58, comma 1, della stessa legge, peraltro, le disposizioni della presente legge che modificano il codice di procedura civile e le disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile, si applicano ai giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore, avvenuta il 4 luglio 2009. Deriva da quanto precede, pertanto, che qualora (come nella specie), un giudizio sia iniziato - in primo grado - nel 2007 è inammissibile la nomina di un nuovo difensore nel corso del giudizio di cassazione ove la procura sia rilasciata a margine della comparsa di costituzione di tale nuovo difensore e autenticata dallo stesso, dovendo trovare applicazione il previgente articolo 83, comma 3, del Cpc secondo cui nel giudizio di cassazione ove la procura speciale non sia rilasciata in uno degli atti espressamente ivi indicati la stessa deve essere conferita - anche nell’ipotesi di sostituzione, per qualsiasi motivo, del difensore in precedenza nominato - nella forma prevista dal secondo comma dell’articolo 83, cioè con atto pubblico o con scrittura privata autenticata, facenti riferimento agli elementi essenziali del giudizio, quali la indicazione delle parti e delle sentenza impugnata.
Cass. civ., 4 novembre 2015 n. 22461
La parte risultata vittoriosa in primo grado non può vedersi condannata in appello solo perché contumace.
Cass. civ., 21 ottobre 2015 n. 21461
Gli onorari dovuti al difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio non possono superare i valori medi delle tariffe professionali vigenti.
Cass. civ., 7 ottobre 2015 n. 20072
L'invio a mezzo posta elettronica certificata non si esaurisce con l'invio telematico dell'atto, ma si perfeziona con la consegna del plico informatico nella casella di posta elettronica del destinatario e la prova di tale consegna è costituita dalla ricevuta di avvenuta consegna.
Cass. civ., 2 settembre 2015 n. 17473
È illegittima la sospensione del processo per il semplice fatto che è stata impugnata una sentenza la cui autorità viene ritenuta pregiudiziale se il giudice non motiva sulle ragioni della plausibile controvertibilità della decisione. Mentre, la querela di falso è proponibile in via incidentale nel giudizio di regolamento di competenza, dando luogo alla sua sospensione, solo quando riguardi atti dello stesso particolare procedimento di legittimità e non invece se il riferimento è ad atti del procedimento di merito.
Cass. civ., 1 settembre 2015 n. 17375
Non può dichiararsi inammissibile l'impugnazione notificata nelle mani del collega di studio del difensore della parte appellata qualora, in un processo svoltosi al di fuori della circoscrizione del proprio tribunale, questi non abbia validamente eletto nuovo domicilio.
Cass. civ., 31 agosto 2015 n. 17376
Nel giudizio di opposizione agli atti esecutivi, la decorrenza del termine di decadenza per la proposizione del giudizio di merito (fissato dal giudice dell'esecuzione all'esito dell'espletamento della fase camerale del procedimento), decorre dalla data della comunicazione del provvedimento e non da quella del suo deposito.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16854
Il mancato rinvenimento, al momento della decisione della causa, di documenti che la parte invoca, comporta per il giudice l’obbligo di disporre la ricerca di essi con i mezzi a sua disposizione ed eventualmente l’attività ricostruttiva del contenuto dei medesimi, a condizione che gli atti e i documenti siano stati prodotti ritualmente in giudizio e che l’omesso inserimento di essi nel fascicolo non debba essere attribuito alla condotta volontaria della parte. In particolare l’obbligo del giudice di procedere alla ricerca dei documenti ed, eventualmente, alla loro ricostruzione, postula che i documenti siano stati ritualmente depositati nelle forme previste dall’articolo 87 delle disposizioni di attuazione del Cpc in cancelleria, previa attestazione da parte del cancelliere e comunicazione alle controparti o, ancora, in udienza in cui deve essere fatta menzione.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16843
Il principio di consumazione dell'impugnazione non esclude che, fino a quando non intervenga una declaratoria di inammissibilità, possa essere proposto un secondo atto di appello, immune dai vizi del precedente e destinato a sostituirlo, sempre che la seconda impugnazione risulti tempestiva, dovendo la tempestività valutarsi, anche in caso di mancata notificazione della sentenza, non in relazione al termine annuale, bensì in relazione al termine breve decorrente dalla data di proposizione della prima impugnazione, equivalendo essa alla conoscenza legale della sentenza da parte dell'impugnante.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16828
La notificazione della citazione per la revocazione di una sentenza di appello equivale (sia per la parte notificante che per la parte destinataria) alla notificazione della sentenza stessa ai fini della decorrenza del termine breve per proporre ricorso per cassazione, onde la tempestività del successivo ricorso per cassazione va accertata non soltanto con riguardo al termine di un anno dal deposito della pronuncia impugnata, ma anche con riferimento a quello di sessanta giorni dalla notificazione della citazione per revocazione, a meno che il giudice della revocazione, a seguito di istanza di parte, abbia sospeso il termine per ricorrere per cassazione, ai sensi dell'articolo 398, comma 4, del Cpc. Al riguardo, inoltre, è irrilevante che il giudice della revocazione abbia accolto l’istanza avanzata ai sensi dell’articolo 398, comma 4, del Cpc, quando il termine per proporre ricorso per cassazione era ormai scaduto, atteso che l’esercizio del potere di sospensione presuppone che il termine in questione sia ancora pendente al momento della decisione della relativa istanza, e non può quindi avere luogo successivamente alla sua scadenza.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16807
Nel giudizio di legittimità, la procura rilasciata dal controricorrente in calce o a margine della copia notificata del ricorso, anziché in calce al controricorso medesimo, non è idonea per la valida proposizione di quest’ultimo, né per la formulazione di memorie, in quanto non dimostra l’avvenuto conferimento del mandato anteriormente o contemporaneamente alla notificazione dell’atto di resistenza, ma è idonea ai soli fini della costituzione in giudizio del controricorrente e della partecipazione del difensore alla discussione orale, non potendo a tali fini configurarsi incertezza circa l’anteriorità del conferimento del mandato stesso.
Cass. civ., 13 agosto 2015 n. 16784
La formazione della cosa giudicata, per mancata impugnazione su un determinato capo della sentenza investita dall’impugnazione, può verificarsi soltanto con riferimento ai capi della stessa sentenza completamente autonomi, in quanto concernenti questioni affatto indipendenti da quelle investite dai motivi di gravame, perché fondate su autonomi presupposti di fatto e di diritto, tali da consentire che ciascun capo conservi efficacia precettiva anche se gli altri vengono meno, mentre, invece, non può verificarsi sulle affermazioni contenute nella mera premessa logica della statuizione adottata, ove quest’ultima sia oggetto del gravame.
Cass. civ., 12 agosto 2015 n. 16754
Nel giudizio di legittimità, il principio della rilevabilità del giudicato esterno deve essere coordinato con l’onere di autosufficienza del ricorso, per cui la parte ricorrente che deduca il suddetto giudicato deve, a pena d’inammissibilità del ricorso, riprodurre in quest’ultimo il testo della sentenza che si assume essere passata in giudicato, non essendo a tal fine sufficiente il riassunto sintetico della stessa
Cass. civ., 12 agosto 2015 n. 16749
La procura apposta nell’unico atto contenente il controricorso e il ricorso incidentale deve intendersi estesa anche a quest’ultimo, per il quale non è richiesta formalmente una procura autonoma e distinta, e rispetta il requisito della specialità del mandato, attesa l’inerenza materiale del mandato stesso all’atto nel quale è incorporato. Peraltro, il rilascio anche non datato della procura mediante timbro apposto a margine od in calce all’atto contenente il controricorso ed il ricorso incidentale conferisce alla procura stessa sia il carattere dell’anteriorità, che il requisito della specialità giacché tale collocazione rivela uno specifico collegamento tra la procura ed il giudizio di legittimità.
Cass. civ., 1 agosto 2015 n. 16279
Il giudice di appello, allorché riformi in tutto o in parte la sentenza impugnata, deve procedere d'ufficio, quale conseguenza della pronuncia di merito adottata, a un nuovo regolamento delle spese processuali, il cui onere va attribuito e ripartito tenendo presente l’esito complessivo della lite poiché la valutazione della soccombenza opera, ai fini della liquidazione delle spese, in base ad un criterio unitario e globale.
Corte di Cassazione, 10 dicembre 2014 n. 25985
Quando la notifica viene eseguita con l'irreperibilità del destinatario - per attestare l'avvenuto perfezionamento della procedura - è necessaria la produzione in giudizio dell'avviso di ricevimento della raccomandata con la quale l'ufficiale giudiziario ha dato notizia al destinatario dell'avvenuto compimento dell'invio. In caso contrario la notifica si considera nulla.
Corte di Cassazione, 9 dicembre 2014 n. 25851
Sussiste sempre l'interesse ad agire per ottenere la condanna al pagamento di una somma di denaro tutte le volte in cui a fronte di un credito liquido ed esigibile il creditore non disponga di un titolo esecutivo .
Corte di Cassazione, 2 dicembre 2014 n. 25421
Nel giudizio di risarcimento del danno proposto dalla vittima di un sinistro stradale nei confronti dell’assicuratore del responsabile, litisconsorte necessario è unicamente il proprietario del veicolo che ha causato il danno, a nulla rilevando che il contratto di assicurazione sia stato stipulato per conto altrui da persona diversa tanto dal conducente, quanto dal proprietario.
Corte di Cassazione, 27 novembre 2014 n. 25215
L’indicazione nel ricorso della Pec senza ulteriori specificazioni fa scattare l’obbligo per il notificante di usare la forma telematica, mentre quest’obbligo non sussiste quando il riferimento alla Pec è esplicitamente limitato alle comunicazioni di cancelleria.
Corte di Cassazione, 17 novembre 2014 n. 24367
Nell'ambito di un pignoramento presso terzi, il giudice dell'esecuzione può eliminare o ridurre voci della nota spese presentata dall'avvocato anche in assenza di contestazioni da parte del debito.
Corte di Cassazione, 31 ottobre 2014 n. 23155
Non sussiste l'onere di disconoscere una scrittura privata laddove sia pacifico che il documento non proviene dalla parte contro cui la scrittura è prodotta, dal che consegue che, ove venga, invece, effettuato il disconoscimento, non sussiste l'onere di proporre istanza di verificazione e la scrittura deve essere apprezzata, sul piano probatorio, quale atto proveniente da terzo, senza che possa determinarsi il diverso effetto dell'inutilizzabilità che consegue alla mancata proposizione dell'istanza di verificazione.
Corte di Cassazione, 23 ottobre 2014 n. 22531
Se la parte commette un errore nel qualificare la domanda, ma per il giudice è possibile pronunciarsi a mezzo sua interpretazione - pur sempre nei limiti della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato - è illegittima la decisione che rigetta in toto, nel merito, la domanda quando l'errore è circoscritto alla scelta del mero rito.
Corte di Cassazione, 20 ottobre 2014 n. 22237
La possibilità di produrre nuovi documenti in appello, in deroga al divieto previsto dall'articolo 345 c.p.c., sussiste sia quando tali documenti siano indispensabili (eventualità che ricorre tra l'altro quando il documento è di per sé sufficiente a provare il fatto controverso, a prescindere da tutte le altre fonti di prova), sia quando essi abbiano il mero scopo di rafforzare le prove già raccolte in primo grado, perché in tal caso la produzione non è destinata ad aprire un nuovo fronte di indagine. La valutazione di indispensabilità dei nuovi documenti, ai sensi dell'articolo 345, comma 3, del Cpc - inoltre - può risultare dalla motivazione della sentenza di appello, presupponendo unicamente che i nuovi documenti siano depositati con l'atto di appello e indicati nell'elenco a corredo, senza che occorra una richiesta espressamente rivolta al giudice affinché ne autorizzi la produzione.
Corte di Cassazione, 10 ottobre 2014 n. 21416
In tema di ricorso per cassazione, l’articolo 366, comma 1, n. 6, del Cpc, novellato dal decreto legislativo n. 40 del 2006, oltre a richiedere l’indicazione degli atti, dei documenti e dei contratti o accordi collettivi posti a fondamento del ricorso, esige che sia specificato in quale sede processuale il documento risulti prodotto. Tale prescrizione va correlata all’ulteriore requisito di procedibilità di cui all’articolo 369, comma 2, n. 4, del Cpc, per cui deve ritenersi, in particolare, soddisfatta: a) qualora il documento sia stato prodotto nelle fasi di merito dallo stesso ricorrente e si trovi nel fascicolo di esse, mediante la produzione del fascicolo, purché nel ricorso si specifichi che il fascicolo è stato prodotto e la sede in cui il documento è rinvenibile; b) qualora il documento sia stato prodotto, nelle fasi di merito, dalla controparte, mediante l’indicazione che il documento è prodotto nel fascicolo del giudizio di merito di controparte, pur se cautelativamente si rivela opportuna la produzione del documento, ai sensi dell’articolo 369, comma 2, n. 4, del Cpc, per il caso in cui la controparte non si costituisca in sede di legittimità o si costituisca senza produrre il fascicolo o lo produca senza documento; c) qualora si tratti di documento non prodotto nelle fasi di merito, relativo alla nullità della sentenza o all’ammissibilità del ricorso oppure di documento attinente alla fondatezza del ricorso e formato dopo la fase di merito e comunque dopo l’esaurimento della possibilità di produrlo, mediante la produzione del documento, previa individuazione e indicazione della produzione stessa nell’ambito del ricorso .
Corte di Cassazione, 10 ottobre 2014 n. 21414
Il procuratore che sia semplice domiciliatario è abilitato alla sola ricezione - per conto del difensore - delle notificazioni e comunicazione degli atti del processo e non anche al compimento di atti di impulso processuale, quale la notifica del controricorso. Poiché - pertanto - a norma dell’articolo 1 della legge n. 53 del 1994 solo l’avvocato munito di procura alle liti può eseguire direttamente le notifiche, la notifica eseguita dal procuratore semplice domiciliatario è da ritenere inesistente, anziché nulla, con conseguente impossibilità di applicare l’istituto della sanatoria per raggiungimento dello scopo, prevista dall’articolo 156 del Cpc per i soli casi di nullità .
Corte di Cassazione, 6 ottobre 2014 n. 21024
Nel vigore dell’articolo 366-bis del Cpc il quesito di diritto (a corredo di ogni motivo del ricorso per cassazione, formulato ai sensi dei nn. 1, 2, 3 e 4 dell’articolo 360 del Cpc) deve essere calato nella fattispecie concreta, per mettere la Corte in grado di poter comprendere, dalla sola sua lettura, l’errore asseritamente compiuto dal giudice. Il quesito, pertanto, deve compendiare la riassuntiva esposizione degli elementi di fatto sottoposti al giudice di merito, la sintetica indicazione della regola di diritto applicata da quel giudice e la diversa regola di diritto che, ad avviso della parte ricorrente, si sarebbe dovuta applicare al caso di specie.
Corte di Cassazione, 24 settembre 2014 n. 20133
il giudice del gravame deve motivare adegutamente la scelta di aderire alle conclusioni a cui è giunto il CTU di primo grado anzichè quelle del CTU dell'appello.
Corte di Cassazione, 10 luglio 2014 n. 15787
Se il professionista non determina in una somma di denaro fissa il proprio compenso, il credito per prestazioni professionali è da considerarsi sempre «illiquido» con la conseguenza che va recuperato dinnanzi al foro del domicilio del debitore.
Corte di Cassazione, 4 luglio 2014 n. 15295
L'incidenza sul processo degli eventi previsti dall'art. 299 c.p.c. (morte o perdita di capacità della parte) è disciplinata, in ipotesi di costituzione in giudizio a mezzo di difensore, dalla regola dell'ultrattività del mandato alla lite, in ragione della quale, nel caso in cui l'evento non sia dichiarato o notificato nei modi e nei tempi di cui all'art. 300 c.p.c., il difensore continua a rappresentare la parte come se l'evento non si sia verificato, risultando così stabilizzata la posizione giuridica della parte rappresentata (rispetto alle altre parti ed al giudice) nella fase attiva del rapporto processuale e nelle successive fasi di quiescenza e riattivazione del rapporto a seguito della proposizione dell'impugnazione. Tale posizione giuridica è suscettibile di modificazione nell'ipotesi in cui, nella successiva fase d'impugnazione, si costituiscano gli eredi della parte defunta o il rappresentante legale della parte divenuta incapace, oppure se il procuratore di tale parte, originariamente munito di procura alla lite valida anche per gli ulteriori gradi del processo, dichiari in udienza o notifichi alle altri parti l'evento verificatosi, o se, rimasta la medesima parte contumace, l'evento sia documentato dall'altra parte (come previsto dalla novella di cui all'art. 46 della legge n. 69 del 2009), o notificato o certificato dall'ufficiale giudiziario ai sensi del quarto comma dell'art. 300 c.p.c. Ne deriva che: a) la notificazione della sentenza fatta a detto procuratore, a norma dell'art. 285 c.p.c., è idonea a far decorrere il termine per l'impugnazione nei confronti della parte deceduta o del rappresentante legale della parte divenuta incapace; b) detto procuratore, qualora gli sia originariamente conferita procura alla lite valida anche per gli ulteriori gradi del processo, è legittimato a proporre impugnazione (ad eccezione del ricorso per cassazione, per la proposizione del quale è richiesta la procura speciale) in rappresentanza della parte che, pur deceduta o divenuta incapace, va considerata nell'ambito del processo ancora in vita e capace; c) è ammissibile l'atto di impugnazione notificato, ai sensi del primo comma dell'art. 330 c.p.c., presso il procuratore, alla parte deceduta o divenuta incapace, pur se la parte notificante abbia avuto diversamente conoscenza dell'event".
Corte di Cassazione, 2 luglio 2014 n. 15070
Una volta ottenuta dall’ufficio giudiziario l’abilitazione all’utilizzo del sistema di posta elettronica certificata, l’avvocato, che abbia effettuato la comunicazione del proprio indirizzo di PEC al Ministero della giustizia per il tramite del Consiglio dell’Ordine di appartenenza, ha l’onere di procedere alla periodica verifica delle comunicazioni regolarmente inviategli dalla cancelleria a tale indirizzo, indicato negli atti processuali, non potendo far valere la circostanza della mancata apertura della posta, per ottenere la concessione di nuovi termini per compiere attività processuali.
Corte di Cassazione, 19 giugno 2014 n. 13972
In tema di ricorso per cassazione proposto nei confronti della P.A., è stato affermato il principio secondo il quale in caso di notifica nulla perché eseguita presso l'Avvocatura distrettuale, anziché presso l'Avvocatura generale dello Stato, non è ammissibile che, anche a distanza di anni, venga disposto il rinnovo della notificazione presso quest’ultima, fermo restando, nella specie, che l’affidamento che il ricorrente abbia potuto riporre sulla precedente e consolidata giurisprudenza di legittimità giustifica ugualmente la rinnovazione della notificazione.
Corte di Cassazione, 3 giugno 2014 n. 12376
La cancellazione volontaria dall'albo degli avvocati è assimilabile alla revoca o alla rinuncia alla procura, pertanto, non verificandosi la perdita forzata dello ius postulandi come nelle ipotesi di morte, radiazione o sospensione, la causa procede comunque il suo corso.
Corte di Cassazione, 26 maggio 2014 n. 11698
E’ nullo il giudizio di appello laddove la comunicazione di fissazione dell'udienza sia stata fatta all'avvocato nel vecchio domicilio.
Corte di Cassazione, 26 maggio 2014 n. 11642
Nell’ipotesi di espropriazione presso terzi per la quale sia prevista la comunicazione a mezzo raccomandata del terzo circa l’esistenza del credito, e non la sua citazione in udienza per rendere la dichiarazione, ai sensi dell’art. 547 cod. proc. civ., il termine per proporre opposizione avverso l’ordinanza di assegnazione decorre, per il terzo stesso, soltanto dal momento in cui questi abbia legale conoscenza del provvedimento.
Corte di Cassazione, 21 maggio 2014 n. 11259
La predisposizione ad opera del giudice, prima dell’udienza di precisazione delle conclusioni, di una bozza di decisione da rendere ai sensi dell’art. 281 sexies cod. proc. civ. non è nulla, né lede il diritto di difesa, in quanto attività prodromica alla decisione, suscettibile di conferma o di modifica all’esito della discussione delle parti.
Corte di Cassazione, 20 maggio 2014 n. 11021
La sentenza collegiale del giudice civile priva di una delle due sottoscrizioni (del presidente del collegio ovvero del relatore) è affetta da nullità sanabile ai sensi dell’art. 161, primo comma, cod. proc. civ., trattandosi di sottoscrizione insufficiente e non mancante.
Corte di Cassazione, 14 maggio 2014 n. 10453
La statuizione sulle spese contenuta nella sentenza di primo grado, così come previsto dall'art. 282 cod. proc. civ. ("La sentenza di primo grado è provvisoriamente esecutiva tra le parti"; a sua volta novellato dall'art. 33 della legge 353/1990) è dotata di provvisoria esecutività. Non importa quale sia la natura della sentenza, se di condanna, costitutiva o di mero accertamento; né rileva il contenuto specifico della stessa, cioè se di accoglimento, rigetto o di altro tipo.
Corte di Cassazione, 13 maggio 2014 n. 10369
In tema di sanzioni amministrative, nel regime definito dagli artt. 2 e 6 del d.lgs. n. 150 del 2011, la sentenza resa dal giudice di pace sull’opposizione ad ordinanza-ingiunzione è soggetta all’appello e non al ricorso per cassazione.
Corte di Cassazione, 9 maggio 2014 n. 10133
Avverso l’ordinanza resa ai sensi dell’art. 1, comma 49, della legge 28 giugno 2012, n. 92, non può trovare applicazione il ricorso “per saltum” di cui all’art. 360, secondo comma, cod. proc. civ., in quanto contemplato soltanto in relazione ad una “sentenza appellabile”.
Corte di Cassazione, 18 febbraio 2014 n. 3838
Il rito Fornero si sostanzia in un procedimento speciale relativo a talune controversie concernenti i licenziamenti, strutturato in una fase a cognizione sommaria, in un eventuale giudizio di primo grado a cognizione piena introdotto con l’opposizione ed in un giudizio di secondo grado introdotto da un reclamo. In tale rito il giudizio a cognizione piena è solo eventuale in quanto si attiva con l’opposizione per cui, ove essa non venga proposta, l’ordinanza conclusiva della fase sommaria è idonea a formare il giudicato.
Corte di Cassazione, 10 febbraio 2014 n. 2883
La sussistenza delle gravi ed eccezionali ragioni per la compensazione delle spese del giudizio va valutata ex ante e, dunque, con riferimento alla situazione giurisprudenziale esistente all'epoca di proposizione della domanda.
Corte di Cassazione, 7 gennaio 2014 n. 76
Nel ricorso per cassazione per violazione di legge, la parte che deduce l’inosservanza in proprio danno delle disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (nella specie, gli artt. 6 e 14), ha l’onere di indicare la regola desumibile dalla Convenzione o dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in casi analoghi e di allegare in che modo il giudice di merito si sia discostato dai parametri della Convenzione, indicando gli elementi concreti di analogia tra il proprio caso e gli altri nei quali in sede europea siano stati applicati i parametri più adeguati e comunque più favorevoli che invoca.
Corte di Cassazione, 7 gennaio 2014 n. 61
Nel processo di esecuzione forzata, a cui partecipino più creditori concorrenti, le vicende relative al titolo esecutivo del creditore procedente (sospensione, sopravvenuta inefficacia, caducazione, estinzione) non possono ostacolare la prosecuzione dell’esecuzione sull’impulso del creditore intervenuto il cui titolo abbia conservato forza esecutiva, salvo che il difetto del titolo posto a fondamento dell’azione esecutiva del creditore procedente sia originario.
Corte di Cassazione, 29 novembre 2013 n. 26696
E’ inammissibile il controricorso notificato non all’indirizzo di posta elettronica certificata indicato in ricorso, ma presso la cancelleria della Corte, sull’erroneo presupposto che ivi fosse domiciliato il ricorrente.
Corte di Cassazione, 25 novembre 2013 n. 26283
La Corte dei conti ha giurisdizione sull'azione di responsabilità esercitata dalla Procura della Repubblica presso detta corte quando tale azione sia diretta a far valere la responsabilità degli organi sociali per danni da essi cagionati al patrimonio di una società in house, per tale dovendosi intendere quella costituita da uno o più enti pubblici per l'esercizio di pubblici servizi, di cui esclusivamente tali enti possano esser soci, che statutariamente esplichi la propria attività prevalente in favore degli enti partecipanti e la cui gestione sia per statuto assoggettata a forme di controllo analoghe a quello esercitato dagli enti pubblici sui propri uffici.
Corte di Cassazione, 25 novembre 2013 n. 26278
L’ordinanza con la quale la Corte di cassazione disponga, in udienza pubblica o in sede di adunanza camerale, la rinnovazione della notificazione del ricorso o l’integrazione del contraddittorio, quando sia emessa in assenza delle parti costituite, rappresentate dai rispettivi difensori, deve essere comunicata a cura della cancelleria.
Corte di Cassazione, 22 novembre 2013 n. 26252
Nel procedimento di opposizione a decreto ingiuntivo, la riduzione del termine di costituzione, agli effetti dell’art. 645, secondo comma, cod. proc. civ., si applica anche in grado di appello.
Corte di Cassazione, 20 novembre 2013 n. 26058
La prova per testimoni deve essere dedotta indicando in maniera determinata, o comunque determinabile, gli elementi identificativi del teste da interrogare, potendosi, tuttavia, ravvisare un pregiudizio alla difesa ed al contraddittorio soltanto allorché la designazione incompleta di tali elementi abbia provocato in concreto l’assunzione di un soggetto realmente diverso da quello previamente individuato.
Corte di Cassazione, 13 novembre 2013 n. 25454
Le azioni a tutela della proprietà e del godimento della cosa comune possono essere promosse anche soltanto da uno dei comproprietari, senza che si renda necessaria l’integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri condomini, quando l’attore non chieda che sia accertata con efficacia di giudicato la posizione degli altri comproprietari e il convenuto in revindica opponga un diniego volto soltanto a resistere alla domanda, senza svolgere domanda riconvenzionale e, quindi, senza mettere in discussione, con finalità di ampliare il tema del decidere e di ottenere una pronuncia avente efficacia di giudicato, la comproprietà degli altri soggetti.
Corte di Cassazione, 30 ottobre 2013 n. 24500
Il termine di dieci giorni assegnato all'appellante per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione dell'udienza di discussione non è perentorio e, pertanto, la sua inosservanza non comporta decadenza, sempre che resti garantito all'appellato lo spatium deliberandi non inferiore a venticinque giorni prima dell'udienza di discussione della causa. La ratio si ravvede nella possibilità per l'appellato dell'apprestare le proprie difese, dovendosi ritenere che lo stesso legislatore, nel porre il suddetto termine (ordinatorio) di cui al comma 2, abbia disciplinato le conseguenze di una eventuale inosservanza di tale termine, prevedendo, al comma 3, che la notifica effettuata mantiene i suoi effetti, anche in caso di mancato rispetto del termine di cui al comma precedente, allorché tra la data di notificazione e quella dell'udienza permanga un termine non inferiore a venticinque giorni.
Corte di Cassazione, 25 ottobre 2013 n. 24153
Ha natura giurisdizionale, e sostitutiva della funzione del giudice ordinario, dell’attività degli arbitri rituali, sicché, mentre lo stabilire se una controversia spetti alla cognizione del giudice ordinario o degli arbitri si configura come questione di competenza, il sancire se una lite appartenga alla competenza giurisdizionale del giudice ordinario e, in tale ambito, a quella sostitutiva degli arbitri rituali, ovvero a quella del giudice amministrativo o contabile, dà luogo, invece, ad una questione di giurisdizione. Ne deriva, altresì, che, in presenza di una clausola compromissoria di arbitrato estero, l’eccezione di compromesso determina il sorgere di una questione di giurisdizione, rendendo, quindi, ammissibile il regolamento ex art. 41 c.p.c.
Corte di Cassazione, 25 ottobre 2013 n. 24148
Qualora una sentenza pronunciata dal giudice di rinvio formi oggetto di un nuovo ricorso per cassazione, il collegio della Corte può essere composto anche con magistrati che hanno partecipato al precedente giudizio conclusosi con la sentenza di annullamento, in quanto ciò non determina alcuna compromissione dei requisiti di imparzialità e terzietà del giudice.
Corte di Cassazione, 8 ottobre 2013 n. 22848
L’appello avverso sentenza ex art. 308, secondo comma, cod. proc. civ., reiettiva di reclamo proposto avverso declaratoria di estinzione del processo pronunciata dal giudice istruttore, promosso con citazione anziché con ricorso, è suscettibile di sanatoria, in via di conversione ai sensi dell’art. 156 cod. proc. civ., alla condizione che, nel termine previsto dalla legge, l’atto sia stato non solo notificato alla controparte, ma anche depositato nella cancelleria del giudice.
Essendo il danno non patrimoniale suscettibile di essere provato tramite presunzioni a maggior ragione lo stesso ben può essere provato tramite testimoni che attestino uno stato di sofferenza psicologica desumibile dal comportamento e dalle parole di un dato soggetto.
Corte di Cassazione, 26 settembre 2013 n. 22100
Il danno non patrimoniale può essere provato per testimoni
Essendo il danno non patrimoniale suscettibile di essere provato tramite presunzioni a maggior ragione lo stesso ben può essere provato tramite testimoni che attestino uno stato di sofferenza psicologica desumibile dal comportamento e dalle parole di un dato soggetto.
Corte di Cassazione, 23 settembre 2013 n. 20685
Patrocinio a spese dello Stato? Concesso, anzi no … ma come si fa a fare opposizione?
Avverso il provvedimento di revoca dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato in sede civile, in mancanza di espressa previsione normativa, va esperita l’opposizione al decreto di pagamento.
Corte di Cassazione, 19 settembre 2013 n. 21437
Ritardo non “scusabile” ... anche se l’avvocato domiciliatario cambia indirizzo, non è difficile reperire il nuovo
Costituisce onere del notificante, quale adempimento preliminare agli incombenti relativi al procedimento notificatorio, accertarsi dell’assenza di mutamenti riguardanti il domicilio del procuratore costituito nel giudizio al fine di identificare correttamente il luogo della notificazione, con la conseguenza che ricade sullo stesso il rischio dell’eventuale esito negativo della notificazione, fatti salvi il caso fortuito o la forza maggiore e escluse le ipotesi in cui il richiedente non sia incorso in negligenza.
Corte di Cassazione, 9 settembre 2013 n. 20651
Se c’è il figlio a casa, non c’è bisogno della raccomandata
Quando l’atto è consegnato a mani di un familiare convivente deve presumersi che lo stesso sia giunto nella sfera di conoscibilità del destinatario: la dichiarazione di convivenza resa dal consegnatario dell’atto fornisce sufficienti garanzie sulla successiva effettività della consegna.
Corte di Cassazione, 9 settembre 2013 n. 20628
Monta, collauda … poi smonta e rimonta altrove il macchinario industriale: ma dove adempie l’obbligo di consegna?
Il luogo di adempimento dell’obbligo di consegnare un macchinario industriale, da montare e collaudare, va ravvisato presso il domicilio del venditore se le parti hanno pattuito che montaggio e collaudo debbano realizzarsi lì, a nulla rilevando che dopo il collaudo il macchinario sia stato smontato per il trasferimento presso il compratore, e ivi il venditore abbia prestato la propria assistenza per un nuovo e definitivo montaggio.
Corte di Cassazione, 15 febbraio 2013 n. 3740
Con riferimento ai giudizi amministrativi pendenti alla data del 16 settembre 2010, la domanda di equa riparazione per irragionevole durata del processo è improponibile, per l’intero danno da ritardo, qualora, nell’ambito del giudizio presupposto, non risulti presentata l’istanza di prelievo.
Corte di Cassazione, n. 1787/2013
L’attitudine dei rumori a disturbare non va necessariamente accertata mediante perizia o consulenza tecnica fonometrica. Il giudice può fondare il suo convincimento sulle dichiarazioni di testimoni.
Corte di Cassazione, 15 gennaio 2013 n. 790
In materia di espropriazione immobiliare, se all’aggiudicazione provvisoria segue un offerta in aumento di sesto con conseguente assegnazione definitiva ad altro soggetto, l’inadempimento di quest’ultimo determina, ex art. 587 c.p.c., la decadenza dell’aggiudicazione e la disposizione di un nuovo incanto, senza che possa rivivere la precedente aggiudicazione provvisoria.
Corte di Cassazione, 7 gennaio 2013 n. 180
Regola generale dettata dagli articoli 31 e 33 del codice di procedura civile è che le parti possano proporre al giudice "territorialmente competente per la domanda principale" richiesta di connessione di cause aventi il medesimo oggetto, o in ogni caso presentare, unitamente alla domanda principale, anche quella accessoria, in deroga al principio della competenza per territorio e pur sempre rispettando i canoni dettati in tema di competenza per valore. Nel caso in cui alla stipulazione di un contratto corrispondano determinate obbligazioni accessorie, queste ultime, per quanto riguarda la competenza operante ex lege, seguono i medesimi criteri adottati per la determinazione del foro dell'obbligazione principale.
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